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Primavera 2

Lazio, ecco il "Doblete". La Supercoppa è biancoceleste

Grazie ad un primo tempo letale i capitolini chiudono la loro stagione con un titolo, segnando magari l'inizio di una nuova era splendente

18 Maggio 2023

La Lazio, festa Primavera 2

Esulta la Lazio (Foto © SSLazio)

SUPERCOPPA PRIMAVERA 2, GENOA-LAZIO 0-4

GENOA S. Calvani, Scaravilli (24’st Gagliardi), Lattuchella (13’st Boti), Toniato (13’st Sarpa), G. Calvani, Bolcano, Ambrosini, Arboscello (31’st Bornosuzov), Debenedetti, Accornero, Papadopoulos (13’st Mosole) PANCHINA Sattanino, Pittino, Cagia, Casagrande, Bogunovic, Rimondo ALLENATORE Agostini

LAZIO Magro, Floriani M., Bedini, Coulibaly, Dutu, Ruggeri, Saná Fernandes (42'st Petta), G. Rossi, Baldè (47'st A. Rossi), Gonzalez (42'st Di Tommaso), Napolitano (31’st Milani) PANCHINA Maliszewski, Martinelli, Cesari, Serra, Bigonzoni, Crespi ALLENATORE Sanderra

MARCATORI Gonzalez 9’pt, Saná Fernandes 40’pt e 42'st, Autogol 46'st

ARBITRO De Angeli di Milano 6.5 ASSISTENTI Laghezza di Mestre e Marchese di Pavia

NOTE Ammoniti Ambrosini, Gonzalez, Maliszewski, Papadopoulos, Sarpa, Dutu Angoli 8-3 Fuorigioco 1-1 Rec 3’pt, 4'st

Il ballo delle di fine anno incorona la Lazio come regina assoluta della categoria, portandosi a casa un titolo che chiude una stagione di soli sorrisi, dando inizio ad un ciclo che sembra essersi messo alle spalle i momenti più grigi. Nella splendida cornice del Luigi Ferraris la squadra di Sanderra si aggiudica la Supercoppa Primavera 2, al termine di una gara intensa, dipinta solo di biancoceleste così come ricordano i laccetti della coppa alzata al cielo da capitan Ruggeri. Le Aquile mandano al tappeto una compagine di grande spessore quale il Genoa, presentatasi all’incontro come miglior attacco e difesa dell’intera categoria ed un bottino inarrivabile di 72 punti. La gestione matura del risultato poi è il frutto più nitido del lavoro dello staff di Sanderra, che a livello psicologico ha modellato un gruppo compatto, in grado di uscire dalle difficoltà, affidandosi alle sue certezze e minando quelle avversarie, come avvenuto questo pomeriggio.

PRIMO TEMPO

Una città completamente colorata di stemmi e bandiere del Grifone, vista il ritorno in Serie A, dà la carica ai padroni di casa che spingono subito forte sull’acceleratore, spinti anche dal nutrito pubblico qui presente. Dopo un paio di sgroppate, un calcio d’angolo arriva pericolosamente in zona area piccola, dove Bolcano stacca ma per fortuna di Magro centralmente, consentendo al portiere di bloccare. L’antifona però è solo un’impressione che viene completamente stravolta una manciata di secondi più tardi. Napolitano si divora il manto erboso del Marassi, arriva fino alla trequarti dove accende una traccia perfetta in direzione Baldé. L’attaccante viene stoppato in prima istanza da Simone Calvani, ma la sfera rimane lì; il nove appoggia appena dietro, Gonzalez apre il piatto e gonfia la rete, per il vantaggio fulmineo dei capitolini. Il gol cambia del tutto lo scenario, e gli ospiti cominciano a gestire ogni trama, cercando di rendersi insidiosi nelle fessure lasciate dagli avversari. C’è bisogno di personalità allora per i ragazzi di Agostini, quella del solito Gabriele Calvani che con un paio di anticipi richiama sull’attenti i suoi, spostandoli nella zona offensiva. Comincia a salire di colpi anche il super atteso Accornero, diabolico nel saltare due difensori al limite dell’area, servire al centro De Benedetti che appoggia troppo piano, pescando l’opposizione di Dutu. La contesa entra nel vivo, grazie anche ad un paio di fiammate che fanno alzare i toni sia tecnici che mentali di due squadre che non vogliono cedere di un millimetro. Agostini capisce le difficoltà, e smuove le posizioni sulla trequarti, rendendo il suo undici molto più pericoloso. Accornero a sinistra non si tiene, e da un suo tiro Papadopoulos prova a ribattere in rete ma la difesa di Sanderra è ancora insuperabile, anche se poi può solo pregare sul terzo tentativo di Arboscello, che a porta sguarnita mette sul fondo. La legge antica del calcio però non fa prigionieri e si scatena sul calare della frazione. Nei pressi del 40’ infatti la Lazio riparte bene grazie al solito lavoro di Napolitano. Saná tocca verso Giordano Rossi, che si inventa una palla semplicemente stupenda per completare il triangolo. A quel punto il lusitano addomestica alla perfezione la sfera, e con freddezza glaciale beffa di destro Simone Calvani, offrendo il raddoppio alle Aquile. Le immagini che chiudono la frazione sono quelle dei biancocelesti esultanti e felici, anche se forse era meglio non andare proprio sotto la Gradinata Nord.

SECONDO TEMPO

Nella ripresa i ritmi calano quasi naturalmente, dopo 45’ giocati su livelli altissimi. La crescita mentale biancoceleste si vede nella gestione di un vantaggio acquisito con pieni meriti, chiudendo ogni spazio possibile. Capitan Ruggeri difatti tiene dritta la barra per i suoi, ed insieme a Dutu nega l’ingresso ai rossoblu in area di rigore, costringendoli a velleitarie conclusioni da lontano. Allo stesso tempo ali e terzini si muovono nel giusto modo per Sanderra, disinnescando anche la fantasia di Accornero e Ambrosini. Le Aquile si muovono come un corpo unico dalla mediana in su, facendo malissimo in contropiede. L’unico errore della gara di Gabriele Calvani rischia di costar caro, quando Baldé recupera e serve Gonzalez, il diez non conduce alla grande, servendo tardi il compagno di reparto con l’occasione che sfuma. Il Grifone appare spaesato, quasi consapevole del destino degli ultimi novanta minuti della sua annata, e allora dalla panchina si alzano Sarpa, Boti e Mosole. La narrativa cambia lievemente al ventesimo, quando un batti e ribatti negli ultimi metri porta al tiro di Arboscello, che è ancora impreciso, centrando l’esterno della rete. L’occasione non spegne comunque le proteste liguri per un penalty che però l’arbitro De Angeli correttamente non assegna, visto il tocco di busto di Floriani sulla sfera. I nuovi ingressi comunque fanno vedere qualche spunto degno di nota, come al 27’, quando Sarpa disegna nel mezzo un bel suggerimento per De Benedetti, che spedisce sul fondo. I tentativi però rimangono isolati all’interno di una cornice disegnata solo da dei capitolini quasi impeccabili, vicinissimi a loro volta al tris. Saná sgasa in maniera imprendibile sulla sinistra, e, vinto un contrasto più tardi, aziona il destro di Baldé che però non si iscrive alla festa. L’alternanza di occasioni da una parte e dall’altra prende la via del tramonto una volta scoccata la mezz’ora, che fa d’antipasto alla festa biancoceleste. I ragazzi di Sanderra amministrano senza particolari intoppi, coronando una grande partita con l’appropriata ciliegina sulla torta. A tre dal termine Gonzalez fa andare il contropiede, Baldé apparecchia per Saná, che uno contro zero non può sbagliare, infliggendo la terza punizione del giorno a Simone Calvani, completato poi alla grande dell’ottima incursione del neo entrato Di Tommaso, il cui cross al centro beffa la difesa avversaria, sfortunata nell’occasione ad infilare la sua porta per un poker amarissimo. Il punto finale comunque lo avevo ancora messo il lusitano, per una Lazio che corona la sua stagione nel migliore dei modi. Un trofeo, questa Supercoppa, che vuol dire tanto, tantissimimo, anche se c’è vicino la scritta Primavera 2, anzi a maggior ragione. Una categoria che l’anno prossimo non ci sarà più, e magari sarà così per diverso tempo, dando inizio ad una nuota età dell’oro per i capitolini con la loro massima giovanile. Intanto i biancocelesti fanno festa, glorificando il loro leader al centro del campo: Stefano Sanderra.

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