Cerca

L'Intervista

"Il primo pallone non si scorda mai". Il percorso di Valerio Crespi

Presso i canali ufficiali del club biancoceleste l'attaccante si è raccontanto a tutto tondo, partendo dai suoi primi passi nel mondo del calcio

07 Giugno 2023

Valerio Crespi

Valerio Crespi (Foto ©Vamos)

Quando ci si guarda indietro spesso la mente fa riemergere l'intero percorso che è stato fatto. I primi passi, i primi ostacoli, le prime gioie, tutte racchiuse in un presente votato completamente al futuro, che per persistere però ha bisogno di consapevolezza, di quello che si è vissuto, di quello che si è stati nel corso degli anni. La strada di Valerio Crespi ormai si è incrociata diverse primavere fa con quella della Lazio, e la stessa società ha voluto regalare al suo bomber un corto bellissimo ("Il primo pallone non si scorda mai"), girato alle spalle dell'Olimpico in cui l'ex Savio ha raccontato la sua storia. "Il primo pallone c'è stato a 6 anni. Giocavo a basket, poi un trauma cranico mi mise molta paura, fino a cambiare sport. Per due stagioni ho giocato nel Cisterna, e lì mi ha notato il direttore Omar Berti, portandomi al Latina, dove da sotto età in Elite sono cresciuto tantissimo. All'inizio facevo il difensore, con i più grandi mi spostarono a centrocampo, e poi di anno in anno avanzavo, arrivando a giocare davanti. Per fare l'attaccante devi avere l'istinto, lo devi sentire, anche perché poi ogni gol diventa un'emozione". L'introduzione fa da sola il programma, ma poi il bomber si è aperto completamente, parlando di tutto quello che vorrebbe raggiungere nei prossimi anni. "Se chiudo gli occhi? Sogno di essere il me del domani, senza esser la copia di qualcuno. Qui però ho Ciro, che per me è sempre stato un esempio enorme, per dedizione e sacrificio. Spero di ereditare da lui proprio questo, la sua caparbietà, molte volte è entrato in campo con dei problemi fisici, solo per il bene della squadra, stringendo i denti. Beh l'Olimpico invece è uno stadio che mi rievoca grandi ricordi, essendo un tifoso laziale sin da bambino. La prima volta fu nel 2013, in semifinale di Coppa Italia, con gol di Floccari. Un'emozione incredibile. Tutti sognano di arrivare lì, ma devi rimanere concentrato, saper affrontare ogni momento, anche quando pensi di non farcela. In tanti mi hanno detto che con questa testa non sarei arrivato da nessuna parte, altri scommettevano che mi sarei fermato in U17, ma qualcosa l'ho messa a tacere. C'è solo la voglia di lavorare, coltivando il sogno di farcela. Io spero di riuscirci con la Lazio, mi sto impegando al massimo, restando pronto ad ogni evenienza. Il cammino è fatto di sofferenza, ma se ho saputo in parte superarla lo devo a mia madre. C'è stata sempre per me, in ogni momento, per questo le dedico tutti i miei gol sul campo".

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Gazzetta Regionale

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alle nostre newsletter

EDICOLA DIGITALE

Dalle altre sezioni