Focus
Non avevamo capito nulla. Il capolavoro di Sanderra è al suo secondo atto
Non bisogna mai sottovalutare, sarebbe ingenuo, ma soprattutto estremamente superficiale all’interno di un’analisi che merita la cura al dettaglio. Perché certe cose vanno apprezzate, non tanto nella bellezza del presente, quanto più sul percorso che ha contraddistinto il passato e probabilmente influirà sul futuro. E nessuno può permettersi di dire che sia stato un cammino caratterizzato da rose e fiori, al contrario, perché solo l’impegno e la dedizione riescono a tirar fuori il meglio di sé. Il lavoro paga sempre, un detto intoccabile, in particolar modo quando la via della “fatica” è l’unica che può consentire ad una squadra di togliersi immense soddisfazioni, dando animo a dei sogni che prima nessuno si sarebbe aspettato. Funziona così, bisogna fare i conti con una realtà che non ti concede sconti, o a volte seconde chance. Ed è lì che è fondamentale rimboccarsi le maniche, capire la base da cui partire per regalarsi panorami stupendi.
Lazio, l'incubo è finito. L'artefice della promozione è Stefano Sanderra
Il volto della cavalcata biancoceleste è sicuramente quello dell'allenatore, praticamente perfetto nella gestione dei momenti, capendo come modellare il gruppo
Forse nessuno ci aveva capito niente, dal primo all’ultimo, poiché la stupenda, quanto per certi versi obbligata, cavalcata che ha portato le Aquile nella massima serie giovanile della scorsa annata forse era solo il primo atto di una composizione meravigliosa. Talmente travolgente da coinvolgere chiunque, ammirando ogni momento della scalata, dalle difficoltà iniziali fino alla sua affermazione. Adesso però si sta entrando in una nuova dimensione, o meglio, sempre nella stessa, ma dando una tonalità di colore sgargiante, facendo illuminare ancor di più quel biancoceleste sulla maglia. Gli interpreti son rimasti nella grande maggioranza gli stessi, a partire proprio da chi guida il timone. Quel lupo di mare a nome Stefano Sanderra, che sta collezionando risultati di spessore, giornata dopo giornata, continuando a volare insieme alle sue Aquile. Il terzo posto è solo l’ultimo passo di una maratona appassionante, in cui ogni giocatore è stato coinvolto, migliorando in diversi aspetti, ma in particolar modo sentendosi sempre parte del tutto. L’unione del gruppo è stata pian piano costruita, lavorando bene sulle difficoltà dell’avvio nella serie cadetta, affrontandole però a viso aperto. Questa Lazio è una squadra meravigliosamente matura, ed è bene ribadirlo, proprio adesso, perché forse le cose non andranno così bene anche in futuro. Anche se la fondamenta che sono state messe sono un investimento solidissimo, e la speranza adesso sta diventando sempre più una certezza da cui ripartire. Lavorare con la giusta mentalità, godersi il momento, ma con la consapevolezza di dover ancora alzare l’asticella per mantenere questi standard e magari finire un volo dai tratti già regali, che davanti vede solo Milan ed Inter. Il secondo atto è tutto da godere, e forse neanche l’ultimo.
L'Italia e il suo peccato Capitale: solo da noi uno come Saná non gioca in Serie A
La stella biancoceleste sta incantando tutti in Primavera, ma forse la sua dimensione è ben altra. Simbolo di una mentalità non ancora al suo apice