L'intervista
Lazio, Federico Serra esclusivo. Da Sassari al biancoceleste: "Sogno l'esordio"
L'attaccante classe 2006, da sempre tra i migliori prospetti del vivaio laziale, si racconta a 360° sulle nostre colonne
"Il mio desiderio è ovviamente quello di rimanere qui, continuare a crescere con questi colori e, chissà, magari riuscire anche ad esordire in prima squadra". Senza mezzi termini, Federico Serra non si nasconde e sogna in grande con l'aquila sul petto. "Prima squadra? Quest'anno mi sto allenando parecchio con mister Baroni. Mi fa sempre un certo effetto, la domenica vedo i giocatori dalla tribuna dello stadio e il lunedì sono in campo con loro. Cerco di rubare con gli occhi ogni volta che ne ho la possibilità. Pedro un campione totale, ma non penso questo per ciò che sta facendo ora. Lo scorso anno non era al top, giocava molto meno, eppure in allenamento era sempre uno dei più performanti. Uno spettacolo insomma".
Il classe 2006 della Lazio si è raccontato così sulle colonne di Gazzetta Regionale, sempre dritto al punto, senza troppi giri di parole. Un po' come in campo, dalla Buonpastore di Sassari fino al sogno chiamato Lazio: "Ho iniziato in Sardegna in questa squadra che aveva fondato il papà di un mio amico delle elementari, poi per motivi di lavoro di mio padre ci siamo trasferiti a Viterbo e ho continuato a giocare con il Calcio Tuscia. Due anni sotto età, ero nella squadra dei 2004.
La foto di squadra con la Buonpastore
I tornei di quei tempi mi hanno permesso di mettermi sempre più in luce, il salto l'ho compiuto dalla DLF Civitavecchia alla Lazio, c'erano diverse squadre che mi avevano notato. Credo che il momento cruciale sia stato durante il torneo Flavio Gagliardini, contro la Roma perdemmo 3-0, ma gli scouting della Lazio (e anche quelli della Roma, ndr) cercarono mio padre in tirbuna".
Federico Serra con la maglia del DLF Civitavecchia
"Con la Lazio un viaggio meraviglioso che mi auguro continui ancora, credo che il rapporto con il resto dei 2006 sia stato fondamentale anche per come poi ci siamo sempre espressi in campo. Il primo momento importante fu la finale dell'Halima Haider, vincemmo contro la Roma. Poi in alcune stagioni non siamo stati fortunati, come quando siamo usciti dai quarti Scudetto per un gol all'ultimo nel derby, in altre è andata meglio, anche in Under 17 con Terlizzi mi sono divertito. Il salto in Primavera non è stato semplice, mi sono reso conto della differenza rispetto al cammino delle giovanili. Per dire, Fabio Ruggeri era un mostro, in allenamento sempre uno dei migliori. In più mi ha accolto in qualche modo sotto la sua ala, questo ci tengo a dirlo".
Premiato come capocannoniere dell'Halima Haider (Foto ©De Cesaris)
Con Gelli un rapporto speciale, si cercano e si trovano, prima un po' di più, ora c'è tanta concorrenza ma il talento è di quelli importanti. Un discorso che vale per entrambi: "Dai tempi dell'Under 13 che facciamo tante cose insieme, anche e soprattutto fuori dal campo"
"Ora lui sta trovando meno spazio ma alla lunga giocherà, speriamo non al posto mio. Scherzi a parte a Vale voglio davvero bene, è come un fratello. Udine? Gliel'ho passata davanti alla porta, se lo meritava, credo che in una squadra contino anche gesti come questi, che poi non è stato niente di che, ma so che ci teneva e l'ho fatto.
Valerio Gelli e Federico Serra (Foto ©Fabio Cinelli)
Testa sulle spalle, un ragazzo semplice e di valore, in campo come fuori: "Se voglio ancora fare il medico? La vedo dura, ma voglio sicuramente continuare a studiare. Mi sono diplomato al Canonica di Vetralla, una scuola pubblica, con 72. Certo, 71 era meglio, ma è stata una bella soddisfazione lo stesso (ride, ndr). Adesso voglio intraprendere il percorso universitario, probabilmente in educazione fisica".
"Con Sanderra mi sto trovando benissimo, sarà che adesso mi fa giocare di più". Ancora con la lucidità di un gigante e quel pizzico di ironia che non dovrebbe mancare mai. "Mi piace perchè è un allenatore che lavora molto sul gruppo e sperimenta sempre cose nuove. Ora, ad esempio, mi sta provando molto da quinto, non è mai stato il mio ruolo naturale eppure mi trovo bene, poi alla lunga si vedrà, intanto imparo cose nuove".