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Roma, parla Filippo Reale: "Voglio ripagare il club e vincere un mondiale"

Il difensore giallorosso ha parlato sui canali social della società

27 Febbraio 2025

Roma, parla Filippo Reale: "Voglio ripagare la Roma vincere un mondiale"

Filippo Reale ©Cardini

Solido e affidabile nella retroguardia giallorossa, Filippo Reale continua a crescere nella sua decima stagione con la casacca della Roma sotto le indicazioni di Gianluca Falsini. Il difensore si è aperto ai microfoni della società sui canali social. Queste alcune delle sue dichiarazioni: "Ricordo il giorno in cui mi comunicarono del provino. Giocavo nella Vivace Grottaferrata e un giorno, prima della partita, il mister Andrea Borsa mi disse che ero stato chiamato in prova dalla Roma. Quando sono entrato a Trigoria il primo giorno ero emozionatissimo, non ero in me: giocatori, magliette, spogliatoi, tutto incredibile. Nonostante sono qui da tanti anni ogni volta che entro porto con me quell’emozione. Per un ragazzo romanista come me fa un certo effetto".

Poi sull’evoluzione del ruolo: "Nasco come esterno d’attacco, poi alla fine dell’Under 15, quando ho iniziato con mister Falsini lui mi disse che mi vedeva più da terzino, da braccetto, ma a me suonava più come una minaccia (ride ndr) fino a quando poi in Under 17 ho iniziato a fare il terzino. Poi quest’anno in ritiro con la prima squadra mister De Rossi mi ha provato da centrale. Io cerco di fare quello che chiede il mister, anche se un cambiamento così radicale è difficile da completare. All’inizio non ero pronto a cambiare, poi mi sono deciso e ho cambiato e devo dire che il fatto di essere partito da attaccante mi fa capire prima che movimento vogliono fare i miei avversari".

Si sofferma anche sul periodo caratterizzato dagli infortuni: "Dalla fine dell’Under 14 ho passato un brutto momento, perché ero condizionato dagli infortuni dovuti ad uno sviluppo troppo veloce. Rientravo per un po’ e poi mi rifermavo. Quando sono ritornato definitivamente era come se stessi provando una nuova macchina. Ho brutti ricordi di quel periodo. Mi sono chiesto se fosse lo sport che faceva per me. Poi, lavorando sono riuscito a tornare e sta andando tutto bene. Il successo più bello tra gli scudetti e la supercoppa? Sicuramente la supercoppa essendo stato il primo anno in Primavera è stata un’emozione forte anche se sono entrato per pochi minuti. Poi gli altri due scudetti sono stati incredibili, sono tutti ricordi che porto dentro di me. Rigiocherei la finale dell’Under 18? Sì, siamo stati un po’ sfortunati, ma il calcio è così. La sconfitta rimane amara, ma lo metti in conto: una finale non può avere due vincitori. Cosa ho pensato alla firma del contratto? Ho rivisto tutti i sacrifici fatti in questo percorso e sentivo di dover ripagare la fiducia che la Roma mi stava dando dopo tutte le opportunità in questi 10 anni. Questo contratto è un punto di partenza. La differenza negli allenamenti si nota, c’è sempre da imparare. Riguardo la Nazionale? La maglia azzurra è la cosa più bella che ci sia, non si può descrivere. La mia ambizione nel calcio? Voglio restituire qualcosa alla Roma, poi ovviamente vorrei calcare i grandi palcoscenici europei e vincere il Mondiale con l’Italia".

Infine, chiude con un pensiero speciale: "A chi dedicherei il debutto? A mio nonno, che ho perso da poco (si emoziona ndr). Era un romanista e quando ha saputo che avrei vestito questa maglia era più emozionato di me".

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