il personaggio
Da mediano a bomber: Luca Teti, “lo squalo” del Montespaccato
Classe '94, improvvisato centravanti da Andrea Di Giovanni, il giocatore ha superato l'ennesimo infortunio: “Al mister devo tutto. Primo posto? Io ci credo”
Non è vero che dopo ogni temporale tutti riescano a vedere l'arcobaleno e non è vero neanche che dopo tre brutti infortuni alla stessa gamba, un ragazzo di 22 anni non possa tornare a inseguire il pallone e i propri sogni su un campo di calcio. Luca Teti è tra quelli che dopo la burrasca l'arcobaleno sono riusciti a scorgerlo e la sua è una delle storie più belle di questo campionato. L'attaccante del Montespaccato, lo scorso 15 novembre durante la gara con il Ronciglione United si faceva male per l'ennesima volta al ginocchio sinistro e i suoi legamenti crociati erano sul punto di alzare bandiera bianca. Dopo 2 mesi e mezzo di sofferenza e di duro lavoro lontano dalle partite, Teti invece tornava a calcare il terreno di gioco e a gonfiare la rete il 1 febbraio nell'amara trasferta contro il Finanza, subentrando a Scippa nel secondo tempo. Nell'utlimo turno di campionato, Luca si riprendeva la sua maglia da titolare numero 9 e con la doppietta alla Corneto Tarquinia tornava a scalare posizioni nella classifica cannonieri ma, soprattutto, trascinava la sua squadra sempre più su. L'infortunio, il suo ritorno al gol e il Montespaccato gli argomenti trattati in questa intervista con Luca Teti “lo squalo”, che ha risposto alle nostre domande senza usare mezzi termini e, come sempre, con il sorriso sulle labbra.
Luca, dopo aver superato l'ennesimo infortunio domenica sei tornato in campo dal primo minuto. Come stai?
“Bene, per fortuna il ginocchio ha reagito bene e sto lavorando con tanto sacrificio e tanto impegno. Devo dire che ce la sto mettendo tutta, anche se al rientro un po' di timore c'era, perché comunque il crociato è lesionato. Rinforzando il tono muscolare per adesso non ho fastidi”.
Durante la convalescenza hai mai pensato di dover smettere?
“Ti dico la verità: sì, ci ho pensato. Non so se avrei avuto la forza di affrontare un'altra operazione. Per fortuna sta andando tutto bene”.
Il rapporto tra te e Andrea Di Giovanni com'è?
“Fantastico, è un rapporto meraviglioso. Come un padre con un figlio. Mi aiuta tanto, sotto tutti i profili, e mi dà molti consigli. Anche lui giocava in attacco. Dopo il rigore che ho sbagliato contro il Guardia di Finanza c'è stato un momento in cui ero molto abbattuto e il mister è riuscito a tirarmi su con il morale. A lui devo tutto”.
Una cosa che forse non tutti sanno: fino all'anno scorso di ruolo facevi il centrocampista e a metà stagione il mister ebbe l'intuizione di spostarti in attacco. Spiegaci un po' com'è andata.
“E' andata che a gennaio dell'altro anno avevamo quasi tutti gli attaccanti fuori per infortunio e il mister l'ha vista così: mi ha messo là davanti ed è nata una punta. Da una situazione di emergenza e dall'intuizione di Di Giovanni ho iniziato a fare il centravanti”.
Una cosa che tutti sanno, invece, è che in attacco il Montespaccato è devastante, ma che negli ultimi tempi anche la difesa non se la cava affatto male...
“Devo dirti la verità? Sono più forti i miei compagni in difesa di noi in attacco. La penso così. Se non subisci gol e uno lo fai, vinci la partita 1-0. Secondo me la difesa è il reparto più importante ed è il nostro punto di forza: nomi come Appolloni, Donacarta, Morini e Remondi ce li abbiamo solo noi”.
La partita con il Formia? Cos'è successo?
“E' successo che non siamo scesi in campo. Eravamo troppo timorosi e forse anche sicuri di vincere. Gli avversari hanno dimostrato sul campo di essere una gran bella squadra e alla fine è andata bene per loro”.
Sbaglio se dico che probabilmente avete sofferto la pressione e l'ambiente che si era creato, per tutta una serie di motivi, intorno a quella partita?
“Mah, forse è così. Prima della partita era tutto bellissimo, i fumogeni, gli striscioni, tanti spettatori. Loro (il Formia, ndr) sono più abituati a questo tipo di situazioni, noi un po' meno. Ed è un peccato che il campo non ci abbia premiato”.
Entriamo nello spogliatoio del Montespaccato. Cosa rappresenta Tiziano Gambacurta per questa squadra?
“E' il simbolo del Montespaccato, un giocatore di grande esperienza. Speciale è il rapporto che ha con noi giovani. Lui è un “grande piccolo”, perché il suo atteggiamento è giovanile, ride, scherza, insieme ci divertiamo. Non come tante società che hanno il veterano che si crede il fenomeno della situazione. Lui è forte forte, perché comunque quando ci giochi lo vedi che è di un'altra categoria, ma allo stesso tempo ha grande umiltà. L'età non è più dalla sua parte, ma se continua così può fare ancora tanto per questa squadra”.
Chi è più forte tra Daniele e Luca Di Giovanni?
“Guarda, non saprei risponderti. Penso che hanno fatto 30 assist uno e 30 assist l'altro, quindi non saprei proprio cosa dire! Sono tutti e due fantastici”.
Concludiamo con il campionato. La CPC sembra non voler ammazzare il girone, che rimane aperto: ci credi nel Montespaccato al primo posto?
“Ci credevo il primo giorno di agosto e ci credo tutt'ora. Noi daremo il massimo in ogni partita e a fine campionato si tireranno le somme”.
E in Luca Teti che vince la classifica cannonieri?
“Se il crociato permette, Luca Teti ce la metterà tutta. Anche se davanti vedo gente molto attrezzata... Vedremo”.