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l'intervista
09 Marzo 2016
Manuel Parla
“E’ quella voglia di rimanere ragazzino dentro l’animo che spinge un calciatore a superare anche l’età, cercando di superare ogni volta anche il limite più inimmaginabile.”
Manuel Parla classe 81' è un giocatore che nello scacchiere di mister Castagnari occupa la parte centrale della retroguardia, le cui doti lo indicano come punto fermo della squadra. Dotato di un’intelligenza tattica e caratteriale fuori dai canoni di questa categoria, sta spingendo con prestazioni e gol seppur sia un centrale (2 già quest’anno) gli uomini di patron Sergio Presutti verso quel traguardo che si chiama Eccellenza. Scelta oculata a suo tempo quando si è voluto fortemente anche lui in questa compagine, che con Caforio e Boriello al centro della difesa sta dando quello spessore che pochi dal di fuori immaginavano. Carriera la sua cosi variegata e colma di vittorie che riunirla in un unico articolo sarebbe riduttivo, ma riassumendola da i primi calci alla GEDILA per poi passare all’As Roma dove dai giovanissimi, in cui diventa campione d’Italia, fino la primavera compie tutta la trafila giovanile. Lì le strade si dividono e rimane nelle categorie professionistiche, Cremonese, Gubbio, Imolese C2, fino alla Pistoiese in serie C1 . Dà tanto al calcio che conta per poi scendere nelle squadre dilettantistiche del comprensorio, Civitavecchiese. vittoria in Promozione, Ladispoli e Santa Marinella in Eccellenza. Gioca nel Pitigliano, Bracciano e Castrense con cui vince i campionati di Prima Categoria, per poi passare alla Caninese e Civitavecchia in Eccellenza. Il tutto fino alla stagione passata dove col Tolfa di mister Bentivoglio vince il campionato di Promozione risultando tra i migliori, e da Giugno approda alla CPC2005. Quello che traspare di questo giocatore è il carisma che da veterano del calcio lo fa essere quel Baresi comprensoriale che gli allenatori sognano, ma che difficilmente hanno tra le proprie fila.Per conoscerlo un po meglio e a dieci giornate dal termine gli abbiamo fatto qualche domanda.
24 giornate con solo 5 sconfitte e 19 vittorie e sempre ottenute a suon di gol. Ora il rettilineo finale con la parte più bella ma allo stesso tempo insidiosa. Non credi?
"Ovviamente arrivati a questo punto del campionato sappiamo che le partite che rimangono hanno un peso sempre maggiore, ma sappiamo anche che ne rimangono sempre meno e che quindi faremo il possibile per migliorare l’ottimo rollino avuto fino ora. Tutto questo per arrivare al traguardo da vincitori".
La squadra e soprattutto i più giovani sono consci dell’impresa che state facendo?
"Non parlo d’impresa perché siamo consci delle nostre forze, ma penso che vincere un campionato è una cosa che rimane nella storia. Quindi posso soltanto sperare che noi tutti insieme riusciamo a scriverne una parte in questa società".
Dopo un avvio brillante a suon di gol e gioco spumeggiante, in cui avete seminato strada dietro di voi con le inseguitrici, ora il modo di giocare e interpretare la gara sembra cambiato. Un’impressione o e cosi?
"Il nostro modo di giocare è sempre lo stesso, soltanto che il girone di ritorno è sempre più difficile rispetto quello di andata. Ma anche se non stravinciamo tutte le partite l’importante è arrivare ai tre punti, e noi per il momento ci stiamo riuscendo".
Sei nonostante la non più giovane età un punto fermo della difesa, sia sotto il profilo caratteriale che di sostanza. Quanto l’esperienza aiuta contro i ragazzini che da avversari corrono come forsennati?
"L’esperienza sicuramente è quel qualcosa in più che aiuta ad essere protagonisti, ma ti devi sentire anche ragazzino d’animo per poter dare sempre il massimo e provare a migliorarsi in continuazione".
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