la storia

Emiliano Bernardini, dai professionisti al miracolo Aranova

La storia del tecnico ed ex calciatore professionista in questa intervista rilasciata al sito ufficiale della società rossoblu

Ripercorriamo le tappe della sua carriera, un passato importante nel calcio professionistico per Emiliano Bernardini che muove i primi passi nella Scuola Calcio del Torre in Pietra e poco dopo entra a far parte del Settore Giovanile dell’A.S. Roma arrivando fino alla Primavera con la quale partecipa al Torneo di Viareggio chiudendo al Terzo Posto nell’anno in cui la Juventus di Del Piero giungerà sul gradino più alto. Un infortunio al ginocchio, seppur in tenera età, non lo ferma e nella Stagione 1992/93 è spesso aggregato alla Prima Squadra allenata da Vujadin Boskov non riuscendo però a trovare l’esordio nella massima serie ma collezionando una convocazione valsa la panchina in Ancona – Roma mentre altre due volte finirà in tribuna nelle trasferte di Milano e di Brescia (ricordiamo che all’epoca le panchine erano composte da 5 giocatori), resa famosa per l’esordio in A di Francesco Totti con il quale il “Berna” vive gli anni di Primavera insieme, i due erano in camera insieme nelle trasferte ed anche nelle convocazioni con la Prima Squadra alloggiavano nella stessa stanza. La Stagione successiva passa a Castel di Sangro dove inizia la sua carriera tra i grandi in giro per l’Italia, una stagione in cui trae grandi insegnamenti a livello calcistico da Mister Osvaldo Jaconi prima di passare a Viterbo dove in due anni colleziona 25 presenze in campionato che lo portano al Pescara in Serie B. Un infortunio lo condiziona e chiuderà la stagione con 1 sola presenza. Torna quindi in C2 a Fano per poi andare a Nardò dove diverrà il beniamino dei tifosi granata indossando anche la fascia da capitano ed è sicuramente una delle piazze che gli sono rimaste più a cuore. Dopo due splendidi anni in terra pugliese il passaggio al Sant’Anastasia per poi avvicinarsi a casa a Tivoli dove mette a referto 25 presenze. L’ultima stagione nei professionisti sarà a Sassuolo in una stagione difficile che si chiude con una salvezza ai play-out con Bergodi subentrato in panchina e con un giovane Sforzini come compagno in rosa. Stagione che però permette a Emiliano di incontrare un compagno che lo aiuterà molto a livello umano, parliamo del Capitano Marco Lo Pinto, ora ds del Montespaccato presente nel girone A di Promozione come l’Aranova. Un compagno che invece Bernardini ricorda per l’aiuto dal lato calcistico soprattutto nei suoi esordi è Fabio Ranieri conosciuto a Castel di Sangro nella prima esperienza lontano da casa.

Dai professionisti si passa alla Serie D a Brindisi ma dopo pochi mesi ci si riavvicina a casa passando all’Ostia Mare, la stagione successiva si torna nel sud precisamente a Vibo Valentia per portare la Vibonese in Serie C2, dopo il successo arriva però la rescissione e si passa a Genzano dove vincendo i Play-off il Cynthia del Ds Manfra e di Mister Pedini sale in D. Inizia quindi il percorso nel Calcio Dilettantistico Laziale per il “Berna” che giocherà per il Bassano Romano, il Terracina, Colleferro e Fidene e chiuderà la sua carriera con la maglia dell’Asd Aranova per volontà del Presidente Schiavi. Tre le stagioni disputate da Emiliano in rossoblu con la fascia da Capitano al braccio e con tanta umiltà e esperienza al servizio del gruppo oltre che della società. Guai fisici lo costringono a lasciare il calcio giocato e la partecipazione, con conseguente diploma, al Corso Uefa B lo proiettano in panchina coadiuvando Vincenzo Palluzzi. Al primo anno il secondo posto in Prima Categoria vale il salto in Promozione, categoria che ora sta disputando la società con risvolti positivi.

Emiliano da due anni tecnico della Prima Squadra e Istruttore nella Scuola Calcio, come ti vedi in questa nuova veste? “Sicuramente il passaggio da calciatore a tecnico è difficile poiché cambia soprattutto il modo di pensare, si è prima abituati a pensare singolarmente mentre ora il pensiero va al collettivo cercando di conoscere le particolarità di ogni componente del gruppo, di integrarli tra loro e stimolarli per ottenere il meglio da essi. Nella Scuola Calcio l’impegno è maggiore poiché bisogna saper insegnare e stimolare i giovani atleti non tralasciando il divertimento, cerco di dare il massimo per migliorarli sia a livello comportamentale che tecnico mentre nella Prima Squadra seppur alcune tematiche sono identiche la grande differenza è da ritrovare nella pressione del risultato anche se ci soffermiamo spesso sulla crescita soprattutto degli under che abbiamo in rosa e penso che qualche miglioramento ci sia stato in essi”.

Il rapporto con Vincenzo Palluzzi, per tanti il doppio allenatore non porta giovamenti cosa pensi a riguardo? “Con Vincenzo c’è un rapporto ottimo, è stato il mio ultimo tecnico e lo stimo a livello personale prima che calcistico. Ci confrontiamo su molti temi per trovare le soluzioni migliori e di questo penso che ne giovi la squadra poiché in due si possono curare più aspetti e dettagli. Questa è un’esperienza che mi sta facendo maturare molto dal lato umano e tecnico poiché Palluzzi è un vero professionista”.

Tornando alla carriera da calciatore chi sono stati gli allenatori che nel periodo giovanile ti hanno lasciato qualcosa in più? “Tutti i Tecnici che ho avuto mi hanno insegnato e lasciato qualcosa su cui mi baso ma penso che alla Roma siano stati “Franco” Scaratti e Aldo Maldera i due che più mi hanno trasmesso quel qualcosa in più, li ricordo con grande piacere purtroppo non ci sono più e ne servirebbero per il nostro calcio di persone con il loro grande spessore umano e la sapienza calcistica”.

Parlando invece di calcio giocato, da difensore c’è stata una punta che ti ha reso difficile la vita in partita? “L’attaccante che mi ha messo in difficoltà è stato Giorgio Corona che ho incontrato quando giocava nel Campobasso, Giuliano e Tricase. Diciamo che la prima partita contro di lui mi è servita per avere la meglio in altri incontri che abbiamo avuto. Il giocatore che invece mi ha più impressionato nel vederlo giocare e che ho avuto la fortuna di incontrare seppur in amichevole è stato Diego Armando Maradona. Prima del Mondiale in Italia del 90 selezione Argentina era in ritiro a Roma e l’abbiamo incontrata in amichevole, un tempo giocato è bastato per capire chi fosse ed è stata un’emozione che porterò sempre con me”.

Emiliano uno che ama il calcio e che non ha mai smesso di praticarlo e di rimanere attaccato a questo movimento.Oltre a Nardò anche Vibo Valentia è la piazza che più gli è rimasta dentro come ci racconta perché il calcio del sud gli ha lasciato tanto e di aneddoti ce ne sarebbero tanti da raccontare, come quando si giocava difronte a 20mila spettatori allo Zaccheria di Foggia o allo Iacovone di Taranto ma anche in quei piccoli stadi campani dove sentivi veramente la pressione del pubblico anche se poi preso dalla partita ti estranei e non senti neanche i cori che ti dedicano i tifosi.

Tornando alla Stagione in corso della Prima Squadra, come giudichi la stagione finora disputata e gli obiettivi per la parte restante? “Abbiamo dato veramente tanto insieme ai ragazzi e allo staff, ci stiamo impegnando molto in settimana sotto vari aspetti. Abbiamo raggiunto l’obiettivo societario con undici partite di anticipo, però non ci accontentiamo e sappiamo di dover dare il massimo per ottenere il maggior numero di punti per far si che questa prima stagione in promozione per la società sia ricordata nel migliore dei modi negli anni a venire”.

Nella sua carriera anche Raduni Giovanili con le varie nazionali Italiane e con le rappresentative di Serie C in quel di Coverciano. Tutti i giorni impegnato sul campo, grande forza di volontà nel mettere a disposizione degli atleti, giovani e non, la sua esperienza maturata sul campo. Un pensiero dunque anche al percorso della Scuola Calcio inserita nel Programma Academy del Perugia Calcio: “Sono rimasto favorevolmente colpito dalla metodologia proposta dalla Football Academy del Perugia, si nota che le esercitazioni tendono a migliorare gli atleti, sono tematiche studiate da professionisti del settore e sono certo che ci porteranno a migliorare sempre di più la qualità dei nostri giovani atleti. Nelle festività pasquali saremo ospiti al Curi per un torneo con le varie società affiliate e non vediamo l’ora di poterci confrontare con le altre realtà aderenti al Programma Academy della società perugina, sarà sicuramente un’occasione di crescita per noi istruttori ma anche per i nostri atleti”.

This page might use cookies if your analytics vendor requires them.