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La risposta
24 Marzo 2016
Un frame del video di Sport in Oro
A seguito degli insulti, dei messaggi minatori nelle ore notturne, degli infelici epiteti rivolti ai nostri giornalisti e alla nostra testata da parte di “tifosi” e “addetti ai lavori”, siamo qui a rispondere con estremo senso di civiltà e lo spirito costruttivo che ci contraddistingue sul caso della semifinale di Coppa Italia di Promozione tra Real Colosseum e Formia. Perché, cari signori, molti non dovrebbero essere degnati neanche di una parvenza di considerazione. Ci rivolgiamo quindi, principalmente, a chi critica conoscendo i fatti e chi presenta accuse fondate.
Gli inutili Ovviamente spieghiamo chi sono coloro che non dovrebbero essere considerati. In primis precisiamo che erano presenti due nostri giornalisti, più un altro recatosi presso l'impianto sportivo per pura passione. C'è chi parla dello striscione di Gazzetta Regionale che “TAPPEZZAVA” il campo. Vien da ridere perché lo striscione è uno, ed è uno spazio che è stato gentilmente offerto alla nostra testata dalla Società Certosa (anche il campo si chiama così!) e sulla quale il Real Colosseum non ha nulla a che vedere ovviamente. Qualcuno “l'ha buttata in caciara” dicendo che al Real Colosseum non pagano i rimborsi da diverso tempo. Primo: che c'entra con la partita di ieri? Secondo: vogliamo fare un sondaggio anonimo tra i calciatori del Lazio e chiedere quanti pagano i rimborsi sino al termine della stagione? Altri ci accusano di aver occultato documentazione sulla presunta posizione irregolare del Real Colosseum. Non sanno chiaramente che quella documentazione è stata visionata dallo studio legale che segue la nostra società editrice e che ci ha riferito di non ravvisare anomalie che inficerebbero sulla regolare iscrizione del club. Togliamo poi ogni velo di ipocrisia: non presumono, questi accusatori, che per un giornale un caso del genere è di prioritario interesse vista l'eco che avrebbe? C'è poi chi, incomprensibilmente, ci accusa di faziosità, di essere un “giornale di Roma”. Ma quando siamo stati i primi a denunciare il vergognoso assalto al pullman del Formia in quel di Montespaccato, eravamo faziosi?
“I servi di Zarelli” Paragrafo a sé stante merita la ripetuta accusa di asservimento al Presidente del Cr Lazio Melchiorre Zarelli. Siamo una testata giovane e ancora in rampa di lancio, sicuramente in tanti ancora non ci conosceranno, ma prima di puntare il dito gli insultatori hanno mai visto come si è posta questa testata nei confronti del Comitato Regionale e delle istituzioni? Abbiamo sempre controllato l'operato nel bene e nel male, come è deontologicamente giusto che sia. Abbiamo messo in luce le riforme per il Femminile, appoggiato in pieno la realizzazione dei Centri Tecnici Federali, ci siamo schierati al fianco del Cr Lazio per la tutela degli arbitri. Però siamo stati forse la testata che più ha evidenziato le criticità del nostro calcio. Vi segnaliamo alcuni speciali realizzati negli ultimi tempi: “Che calcio fate?” quando abbiamo pubblicato documentazione fotografica che provava come l'Academy Qualcio schierasse giocatori più grandi rispetto all'anno di categoria e puntando il dito contro arbitri e Federazione. “Tutte le risposte del Presidente”, maxi intervista a Melchiorre Zarelli con le domande più scomode su una stagione intera. Tra le argomentazioni più importanti emergeva il totale disaccordo della nostra testata nei confronti della decisione presa sul caso Scipione. L'intervista esclusiva a Damiano Tommasi per sostenere la revisione del vincolo sportivo. Gli speciali “Rompono il calcio”, “Cambiamo il calcio”, "Under bocciati" ecc... Una persona intelligente si informa su chi va a colpire, è una “tattica” che suggeriamo. (vd. articoli correlati in fondo)
Designazione infelice Arriviamo al dunque e partiamo da un punto certo, la scelta di Di Francesco di Ostia come direttore di gara non può trovare appoggio pieno obiettivamente. E, per chi non sapesse, non è il presidente del Comitato Regionale a designare gli arbitri. Il direttore di gara in questione è lo stesso che aveva condotto la contestata sfida tra Team Nuova Florida e Real Colosseum, che portò alla penalizzazione dei padroni di casa per il “famigerato petardo”. Il problema non sta tanto nella preparazione di Di Francesco, ma nello scongiurare preventivamente eventuali problematiche. L'uomo poteva anche aver superato agevolmente le pressioni cadutegli addosso, ma lo sapevano anche le nostre nonne che se tutto non fosse filato liscio si sarebbe prestato il fianco al ragionevole dubbio e alla critica. Tuttavia va detto, come si evince dal video pubblicato da Sport in Oro (Clica qui per vederlo), che il direttore di gara tenti in un paio di occasioni di far riprendere il gioco, ma ritiene alla fine non ci siano le condizioni per proseguire.
Scempio Al di là delle disquisizioni, però, quello di via di Centocelle resta uno spettacolo raccapricciante. Siamo consapevoli che non troveremo il riscontro positivo di tutti ma per noi è un obbligo denunciare comportamenti violenti. Quello che sconvolge è il non volersi rendere conto della gravità di tali gesti, in un periodo storico a dir poco delicato, in cui viene minacciata addirittura la nostra libertà. Fa paura perché la disinformazione è una bestia difficile da sottomettere. Facciamo i seri, ieri sugli spalti c'era qualche sconsiderato che si è presentato a una semifinale di Coppa Italia di Promozione, per inveire a lungo contro un essere umano, per lanciargli “sassolini” (tanto per citare qualche commento su Facebook di chi, presente sugli spalti, ha avuto il coraggio di non negare la verità), salvo poi lamentarsi di un assistente che decide di chiedere l'interruzione della gara “solo per qualche sputo”. Vi sembra normale che uno debba subire lancio di oggetti e sputi? Ci dovremmo vergognare noi? Non chi, con urla che paiono il lamento di un animale squartato, si arrampica sulla barriera di recinzione di un campo di calcio di Promozione, e insulta altre persone? Davvero ci dovremmo vergognare noi? Crediamo si debba vergognare chi non condanna comportamenti violenti e inciviltà. Davvero tra i tanti che amano il Formia e lo seguono fino a Roma in un giorno feriale, non c'è un essere umano che sia minimamente incazzato con quegli scalmanati che hanno di fatto sentenziato la sconfitta dei colori della loro città? E non solo in termini sportivi... Crediamo di si, o forse vogliamo crederlo. Vogliamo interpretare quel capannello, formatosi a fine partita tra i sostenitori pontini, come un rimprovero di chi ha compreso subito l'entità del danno e se l'è presa con i veri colpevoli senza cercare disperatamente un alibi davanti a un sogno che va in frantumi.
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