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la lettera
28 Aprile 2016
Fabio Marziali
Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell'ex allenatore dell'Alberone, Fabio Marziali, che spiega i motivi delle sue dimissioni e torna sulle decisioni sulla gara con il Falasche.
"Salve sono mister Marziali dell’Alberone.
Ieri sono giunto alla fine di un percorso che bontà sua il presidente mi chiese di intraprendere a inizio dicembre al fine di rimettere in piedi la squadra dalle macerie di una crisi interna devastante con fuoruscite multiple a ogni livello. Accettai col cuore, nonostante avessi in ballo a brevissimo un’opportunità che mi allettava, perché conosco da tanti anni Manuele Centra come ragazzo buono e leale, perché in quel momento era in grande difficoltà, perché sa di calcio. Abbiamo ben ricostruito, e avuto in questi mesi momenti esaltanti e momenti sfortunati.
Ora però, già da qualche settimana, ci stiamo facendo troppo male da soli. E alla fine non ho potuto evitare di rimettere il mandato nelle mani del presidente comunicando formalmente che non avremo nel calcio una prospettiva comune e che le nostre strade calcistiche si divideranno.
Le cose che più mi hanno creato problemi nel periodo sono state le grosse carenze organizzative e la pressoché nulla possibilità di dialogo col tecnico della juniores, fratello del presidente.
Le gocce che ora invece hanno fatto traboccare il vaso sono state in rapidissima sequenza la gara di domenica scorsa col Falasche, in cui in un minuto (proprio sessanta secondi..) siamo passati dal Paradiso all’Inferno senza ritorno, l’incredibile inibizione per un turno comminatami dal giudice sportivo, il perdurare delle tensioni tra ragazzi e società che hanno portato anche questo martedì ad uno sciopero dei giocatori, la mancanza di collaborazione (ad ogni livello, ma in particolare per l’ennesima volta da parte di uno specifico settore della società) che ieri ha impedito alla squadra di compensare le numerosissime assenze (per squalifiche, infortuni, impegni di lavoro), e intervenute difficoltà oggettive, e poter essere quindi presente alla gara col Podgora.
Vorrei tornare un attimo sulla gara di domenica, senza assolutamente entrare né sul comportamento dell’arbitro e né su quello successivo, inaccettabile senza se e senza ma, di alcuni nostri giocatori.
Il giudice sportivo ha squalificato per una giornata anche me, per proteste. Per uno come me è una vera macchia, come si può facilmente capire andando a spulciare negli archivi disciplinari vuoti che mi riguardano. E si è trattato di una vera ingiustizia perché mai ho protestato. E infine, soprattutto, è una profonda ferita sul piano umano. Come tutti hanno visto, ma proprio tutti.., e senza possibilità di equivoco, io mi sono letteralmente prodigato per aiutare l’arbitro sia sul piano della incolumità, facendo da schermo a braccia aperte e dissuadendo chiunque dall’accostarsi, che sul piano emotivo tranquillizzandolo e accudendolo psicologicamente. Tutti hanno visto. Anche la Terna, tanto è vero che prima lo stesso arbitro, in campo prima che si sentisse male, e poi il guardalinee che era più vicino e quindi ha ben visto e ascoltato, mi hanno ringraziato per il mio comportamento. Ecco perché auspico che qualcuno dei protagonisti legga questa sorta di appello e voglia fare il nobile gesto di correggere un abbaglio che è vero che mi costa una sola giornata (e quindi mi si potrebbe dire “ma che ti importa”) ma mi ferisce troppo sul piano umano. Per quello che ho provato e fatto per quel ragazzo, e perché nello sport ho costruito tutto sui valori umani oltre che tecnici. Sono si un cultore del calcio e uno studioso ai più alti livelli, ma più di tutto mi sta a cuore dare l’esempio. Rinnovo perciò l’invito agli uomini della terna di correggersi se guardando la mia foto rammenteranno chi in realtà sono e cosa loro mi hanno detto in termini di gratitudine".
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