Cerca
la sfida
30 Giugno 2016
Gianni Patrizi (foto Pol. Monti Cimini)
Una vita nel calcio, prima come calciatore, poi come allenatore (praticamente un record, tre lustri di fila a guidare prima la Valleranese e poi il Vi.Va. calcio), adesso come direttore tecnico. A 52 anni Gianni Patrizi rimette in gioco se stesso in un ruolo diverso ma consapevole del fatto che l’esperienza accumulata può rappresentare un quid in più per alzare l’asticella.
Lasciare la panchina dopo quindici anni. Non le peserà troppo?
«Per adesso mi sta facendo l’effetto contrario, mi sento più leggero, il peso non lo sento per niente. Dopo tanti anni staccare la spina può fare solo che bene. Certo, fino a quanto durerà non posso saperlo».
Perché ha scelto un ruolo da direttore tecnico?
«Perché è un ruolo che mi permette comunque di essere sul campo per un confronto con i nostri allenatori e rispecchia quello che ho fatto fino adesso. Una certa esperienza l’ho accumulata e questo nuovo ruolo mi consente anche l’opportunità di dare qualche piccolo consiglio ai più… “acerbi”, se così si può dire. Ma sempre, ovviamente, nel rispetto dei ruoli».
Cosa le resta del Vi.Va. calcio?
«Mi rimangono tante cose, belle e positive. Difficile invece trovare qualcosa di negativo. Sicuramente la maggior soddisfazione è stata quella di avvicinare tantissimi bambini e ragazzi al nostro progetto, che è stato centrato in pieno con quello che ci eravamo prefissati all’inizio dell’avventura: la prima squadra in promozione in due anni e la crescita della scuola calcio e del settore giovanile. Certo, e mi ripeto… è difficile trovarne una in particolare. La prima salvezza, la promozione e il salto di categoria, le tante iniziative portate avanti… Ma la cosa che più mi inorgoglisce è senza dubbio aver vinto ancora una volta la scommessa contro tutto e tutti, che di detrattori ce n’erano davvero tanti, specie all’inizio. In pochi avrebbero scommesso sul Vi.Va. calcio, pochissimi credevano che questo club potesse prendere quota. E invece ci si ritrova qui, a guardare ancora più in alto».
Quando è nata l’idea di creare una sinergia con le realtà di Soriano nel Cimino e Vasanello?
«E’ nata per una semplice ragione: nel calcio, come in tante situazioni della vita, le sinergie sono all’ordine del giorno. E noi del Vi.Va. calcio dovevamo fare una scelta, come quando ci si trova a un bivio e bisogna scegliere quale strada prendere: quella per continuare a crescere o quella per iniziare la discesa? Beh, qui pensiamo di aver raggiunto la vetta, con la sinergia legata al Vi.Va.. calcio. Ecco, per poter crescere avevamo bisogno di gente vicina che potesse collaborare per un grande progetto. Ed è stato naturale e non casuale trovare altre persone che la pensavano come noi, parlo di Francesco Torroni, di Francesco Pecci e dei rispettivi staff di lavoro. Tutti cercavamo la stessa cosa per migliorarci e per andare lontano. È bastato un incontro fra noi tre, neanche un’ora di chiacchierata per capire che eravamo già in sintonia. E ammetto che è stato più semplice del previsto. Abbiamo cominciato a lavorare fra la fine aprile e l’inizio di maggio. Ecco, siamo pronti».
EDICOLA DIGITALE
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni