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Il caso
30 Gennaio 2017
Ruggiero steso a terra e l'arrivo dell'ambulanza
Attimi di terrore e di apprensione nella sfida di ieri tra l’Atletico Morena e l’Indomita Pomezia. Al Fabrizi i biancazzurri si sono imposti nettamente nel punteggio, ma visto l’episodio che si è registrato nel corso del primo tempo, il risultato e la prestazione passano assolutamente in secondo piano. Al 20’ il giocatore pometino Salvatore Ruggiero, dopo uno scontro di gioco, si è accasciato a terra perdendo completamente i sensi. Lo stesso, sempre in stato di incoscienza, è stato alzato di peso dai giocatori della squadra di casa e adagiato davanti la panchina a pochi centimetri dalla linea del rettangolo verde. In attesa dell’arrivo dell’ambulanza Ruggiero è rimasto a terra per circa mezzora non rispondendo a nessuno stimolo.
In tutto ciò, tra la grande apprensione del gruppo pometino, il direttore di gara il sig. De Simone di Roma 1, coadiuvato dagli assistenti Calistroni di Civitavecchia e Intorre di Roma 1, non hanno ritenuto opportuno sospendere la gara lasciando proseguire il gioco tra il comprensibile stupore generale. Come se non bastasse l’assistente che si trovava sul lato della panchina più volte ha fatto intendere di spostare il ragazzo altrimenti non avrebbe potuto correre da quella parte del campo. Gli stessi calciatori sul campo avevano paura di giocare in quella zona, ma nonostante tutto la terna ha voluto fermamente proseguire l’incontro. Fortunatamente poi il ragazzo si è ripreso in ospedale ed ha richiesto di essere dimesso.
A questo punto è giusto interrogarsi sul discutibile metro di valutazione adottato nella direzione di gara in questa situazione quasi drammatica. In termini di regolamento se il giocatore infortunato, qualsiasi sia l’entità dell’infortunio, se viene trasportato fuori dal campo il gioco può comunque riprendere, ma visto che il calciatore è stato adagiato a pochi centimetri dalla linea, e soprattutto in condizioni critiche, allora sarebbe dovuta scattare una regola non scritta, quella del buon senso. Il match doveva essere sospeso almeno fino all’arrivo dell’ambulanza e solo in seguito sarebbe potuto riprendere “normalmente”. In una situazione come questa non c’è regolamento che tenga, sarebbe soltanto dovuto subentrare l’aspetto umano, certamente più importante e che avrebbe quantomeno garantito un minimo di serenità in più in un momento davvero cruciale. Detto questo sarebbe adesso opportuno dare delle spiegazioni sul perche si è voluto intraprendere questo tipo di decisione. Fatto sta che sbagliare è senza dubbio umano, ma vista la gravità del caso più di qualche persona dovrà scavare nella propria coscienza, ammettendo le proprie colpe e se possibile chiarire l’accaduto con i diretti interessati.
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