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L'intervista

Sezze, Giorgi: "Non è un anno perso, abbiamo posto le basi"

Parola al dirigente del club rossoblu, il quale analizza il momento della squadra guardando il bicchiere mezzo pieno

08 Marzo 2017

Sisto Giorgi

Sisto Giorgi

Sisto Giorgi

“Quello che stiamo vivendo non è un anno buttato, ma con l’esperienza maturata abbiamo posto importanti basi che ci aiuteranno negli anni a venire”. Vede il bicchiere mezzo pieno Sisto Giorgi, dirigente del Calcio Sezze, che analizza il momento dei rossoblu, lontani dalle zone di vertice ma reduci da due belle prestazioni fruttate 6 punti in carniere: “Quella di domenica è stata una bella vittoria, ci voleva per il morale. In questa stagione abbiamo avuto momenti difficili e ad un certo punto la società ha preteso che i giocatori facessero il proprio dovere senza recriminazioni, né con gli avversari, né con la classe arbitrale. E’ iniziato un percorso nel quale si doveva pensare solo a giocare e domenica ce ne siamo potuti accorgere tutti. Per la prima volta – spiega Sisto Giorgi – oltre ad aver vinto la partita non abbiamo subito ammonizioni. E questo è un segnale che la squadra vuole dare a se stessa e alla società, che nonostante non sia stata una stagione facile, cercheremo di concludere l’anno nel migliore dei modi. A fine gara, poi, i complimenti da tutti, avversari, arbitri e commissario di gara. Anche se il campionato poteva non dare più soddisfazioni, il nostro lavoro ha avuto i suoi frutti. Basti vedere i risultati, con una squadra in difficoltà che comunque, ad eccezione della sconfitta in Coppa Italia contro il Sermoneta in circostanze particolari, non perde dal 18 dicembre scorso. Siamo cresciuti a livello di Giovani di Lega, con ragazzi che hanno avuto margini di miglioramento importantissimi e che nelle prossime stagioni saranno il nostro punto di forza”. Da quasi 40 anni nel calcio, Giorgi mette a disposizione la sua esperienza per analizzare una situazione che per molti è stata disastrosa, ma che invece potrebbe essere determinante per una realtà in evidente crescita: “Questa annate – spiega il dirigente rossoblu – rischiano di indebolire dirigenti impreparati, ma fanno l’effetto contrario in persone preparate come quelle che gestiscono la nostra società”. L’unico cruccio quello di aspettare per il salto di qualità: “Sono nel calcio da 40 anni e vorrei chiudere la mia carriera in una altra categoria, che questa città e questa società meritano”.

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