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L'intervista

Gaeta, Cianciaruso: "Voglio una squadra che mi rispecchi"

Le parole del neo tecnico biancorosso, voglioso e determinato a dare vita a qualcosa di importante

30 Giugno 2017

Il tecnico Cianciaruso

Il tecnico Cianciaruso

Il tecnico Cianciaruso

Con l'arrivo di Alessandro Cianciaruso in panchina, a Gaeta si è aperto ufficialmente un nuovo ciclo. Il tecnico ex Formia va a raccogliere la pesante eredità di Felice Melchionna, ma i biancorossi sono pronti a ripartire più decisi e grintosi di prima. La scelta stessa di un allenatore che, da giocatore prima e da tecnico poi ha sempre dimostrato grande determinazione, avvalora le intenzioni del club di tornare il prima possibile in palcoscenici che la città gaetana ha conosciuto per anni.


Scopriamo allora quali saranno i propositi biancorossi nelle parole di mister Cianciaruso. “Le motivazioni che può trasmettere una piazza come Gaeta sono certamente molte. Qui si mastica calcio ed il fascino che trasmette questa città, questa società è stato probabilmente il fattore decisivo che mi ha portato ad accettare l'incarico, con il club che ha dimostrato sin dai primi giorni un forte interesse nei miei confronti, sapendo che tipo di persona sono e quali ideali ho coltivato per anni. Sicuramente ci sarà da lavorare e molto, insieme al mio amico Antonio Mazzara cercheremo di allestire una rosa all'altezza di un campionato che, soprattutto quest'anno, sarà duro e competitivo. In casa nostra ci sarà una vera e propria rivoluzione, ripartiremo quasi da zero ma con l'obiettivo di costruire un qualcosa di importante. Chi verrà a giocare per questa maglia dovrà essere prima di tutto uomo e poi calciatore, voglio un gruppo dedito al lavoro e che dal campo esce stremato. Spero che il mio carisma da calciatore prima e da allenatore poi si rifletta sulla squadra. Saranno importanti i dettagli, mantenere una vita regolare ed impegnarsi al massimo. In poche parole cercheremo di inserire una logica professionistica nel movimento dilettantistico. Il calcio è prima di tutto passione ma ci vuole dedizione, e soprattutto tutti insieme dovremo remare nella stessa direzione. Se i ragazzi comprenderanno questi concetti raccoglieremo i nostri frutti”.

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