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lo sfogo

De Santis furioso: "Siamo i pagliacci del Comitato"

Duro sfogo del presidente dell'Atletico Torrenova dopo la partita di Coppa di ieri: "Era impossibile giocare, stavamo al buio. Non siamo tutelati, ci sono solo interessi economici"

30 Novembre 2017

Un'immagine della gara di ieri

Un'immagine della gara di ieri

Un'immagine della gara di ieri

L’Atletico Torrenova, nella persona del presidente Alessio De Santis, non ci sta e lo urla a gran voce, con fermezza e chiarezza. Il numero 1 bianconero usa toni molto forti dopo quanto successo ieri, nella partita di ritorno dei sedicesimi di finale di Coppa Italia Promozione, giocata sul campo del Real Cassino Colosseo: una sfida che secondo De Santis andava sospesa e rinviata per impraticabilità, ma che invece è stata fatta disputare per tutta la sua durata. “Abbiamo immagini e video della partita di ieri pomeriggio, giocata in condizioni incredibili, sotto il diluvio e con un campo assolutamente impraticabile. Abbiamo giocato al buio per tutto il secondo tempo, in campo non si vedevano più le righe e l’arbitro incomprensibilmente ha fatto disputare lo stesso la gara - esordisce il presidente di via della Tenuta di Torrenova - L’ultima mezz’ora di gioco in campo non si vedeva niente a più di tre metri di distanza, contando anche che eravamo in maglia nera: erano accesi due lampioni ad altezza d’uomo ma era impossibile giocare. Non ce l’ho assolutamente con il Real Cassino, la società non c’entra nulla: è stata una gara maschia, combattuta e non mi interessa il risultato, potevamo uscire noi come loro, quanto invece le condizioni metereologiche. Racconto un siparietto: al rientro dall'intervallo, ho visto un assistente confrontarsi con l'arbitro e dirgli di interrompere la sfida; la risposta è stata 'Facciamoli giocare, facciamo finire la partita'. Non capisco da cosa derivi questa scelta, soprattutto se un collega, un membro della terna arbitrale che in campo deve aiutare, suggerisce di sospendere il match".


Atletico Torrenova, il presidente De Santis

Chiara, infatti, la preoccupazione di De Santis: “E’ stata una cosa indegna, gli assistenti di linea addirittura avevano i piedi dentro l’acqua e neanche si vedeva il perimetro del terreno. Come si può far disputare un incontro quando non si vede nulla perché è tutto buio? Come si fa a far giocare una partita quando in campo non si vedono le righe? In che modo l’arbitro prende decisioni di gioco, come fischiare un fuorigioco, una punizione, un rigore o addirittura un fallo laterale, se non c’è visibilità? - prosegue Alessio De Santis, che poi aggiunge - Mi sono giocato un passaggio in Coppa, ho speso soldi per la trasferta, il pranzo e altro, i ragazzi hanno chiesto giorni di ferie a lavoro, altri hanno saltato scuola: il tutto per giocare questa partita, e in quali condizioni? Pessime, perché non siamo stati tutelati nel modo più assoluto. La partita era ingiocabile, si vedeva solo uno spicchio del pallone, finché anche quello non s'è ricoperto di fango. Non mi capacito di come l'arbitro abbia ritenuto di poter giudicare il gioco: si spendono tante parole sulle discussioni in campo o sugli spalti, ma poi non viene garantito il regolare svolgimento delle partite. L'arbitro e gli assistenti non potevano dirigere la partita, la palla neanche rimbalzava. Inoltre vorrei sapere se ieri era presente un commissario di campo, e qualora mi chiedo cosa abbia visto".


Un altro scatto del terreno di gioco

Preoccupazione e interrogativi che si tramutano in rabbia e sdegno, da cui nascono critiche forti: "Paghiamo la Federazione non poco e anche, soprattutto, per istruire gli arbitri a prendersi delle responsabilità: in questo caso, sospendere la partita. Noi siamo i pagliacci del Comitato e degli altri organi che ci circondano, questo è il discorso, ci prendono in giro e buttiamo i soldi. Ripeto, non mi lamento del risultato o dei calci che sono volati in campo e che non sono stati ovviamente visti: non accetto più spese e iscrizioni a tali competizioni se il risultato è questo, che si gioca in mezzo alla settimana, con tutti i sacrifici del caso, in queste condizioni, non tutelati - continua il presidente dell'Atletico Torrenova - Noi paghiamo e loro comandano e gestiscono, siamo burattini di un sistema male organizzato: gli interessa solo intascare soldi da multe, omologazioni, iscrizioni e tesserini, poi i problemi ricadono sulle società vessate e sui presidenti che fanno sforzi. Mi sono stancato, è incredibile: non si prendono le giuste decisioni, ci sono solo interessi economici e ci si lava le mani di problematiche come questa. Sostenitori nostri e del Real Cassino dicevano chiaramente di rinviare la gara: i tifosi al nostro seguito hanno tirato un fumogeno, cosa che non si fa, per la quale parlerò ai ragazzi e verremo multati, ma almeno ironicamenet posso dire che si vedeva qualcosa, è stato come accendere una lampadina. Non si può far calcio così, mi assumo tutta la responsabilità di quello che dico".

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