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l'intervista
01 Dicembre 2017
Carlo Musa a Coverciano
Tra gli artefici del miracolo Aranova, la scorsa estate ha terminato il proprio ciclo in rossoblu, declinando molte proposte dalle big laziali. Per Carlo Musa il calcio non è mai stata una questione di soldi e, nonostante la giovane età, il suo curriculum e la sua esperienza nei panni di direttore sportivo gli hanno consentito di farsi un'idea ben chiara su tutto quello che sta accadendo nell'universo del calcio dilettantistico, e non solo. "Con l'Aranova cinque stupendi, è finita con la massima stima reciproca e con la voglia da parte mia di misurarmi in altri ambienti - ha esordito il 28enne in esclusiva per Gazzetta Regionale - A luglio ero stato vicino ad alcune società di Eccellenza, ma nonostante le offerte economiche allettanti ho preferito declinare: non eravamo in linea sugli aspetti decisionali e gestionali".
Toccando questo tasto, entriamo nel cuore dell'intervista con Musa. Sulla figura del DS: "Tutti pensano che si occupi solo del mercato, io invece credo che il direttore sportivo debba fare la differenza nella gestione della settimana: togliere il lavoro sporco all'allenatore, dialogare con i calciatori e far rendere tutti al massimo. E' un ruolo dietro le quinte, non di attore protagonista". Sulla situazione del nostro calcio regionale: "Noto un'approssimazione, non vedo un metodo di lavoro nelle figure dirigenziali. Non c'è un regolamento: perché non introdurre l'obbligo di tesseramento per i dirigenti o fare dei corsi che non siano facoltativi? C'è un problema di tipo culturale, questo meccanismo sta creando debiti e disoccupazione anche nel professionismo". Poi un campanello d'allarme sulla Federazione: "Non c'è un legame tra l'ente che gestisce tutto e le società. La Federazione dovrebbe inserire più regole e venire incontro alle esigenze dei club, invece vedo sempre più distanza tra le parti: è un sistema che sta morendo".E una rivelazione a sorpresa dell'ex Aranova: "Il ruolo più importante nel calcio? Per la mia esperienza, senza dubbio è l'allenatore. Un tecnico bravo riesce a portare al massimo una società, e non parlo solo dell'aspetto tecnico". Infine, una panoramica su presente e futuro della vita professionale di Carlo Musa: "Collaboro da un po' con un ds di una società di Serie B, giro per i campi a guardare Primavere, Serie C e Serie D. Mi sto formando, resto alla finestra tranquillo e vigile. La cosa che mi manca di più? Il rapporto quotidiano con allenatore e ragazzi".
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