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l'intervista

Aliberti col cuore: si chiude una porta e si apre un... Pro Roma

La storia dell'ex capitano fermato da un'anomalia cardiaca: “Qui una famiglia, allenare la mia passione”. Adesso è il vice di Damiani e lavora con i ragazzi

01 Giugno 2018

Mattia Aliberti, colonna portante del Pro Roma

Mattia Aliberti, colonna portante del Pro Roma

“E quando pensi che sia finita è proprio allora che comincia la salita: che fantastica storia è la vita!”. Per raccontare la storia di Mattia Aliberti, chi l'ha intervistato ha deciso di aprire questo articolo citando la frase di una celebre canzone di Antonello Venditti. Non abbiamo la certezza che il cantautore romano figuri nella playlist di Mattia, ma allo stesso tempo siamo sicuri che il famoso ritornello vendittiano racchiuda alla perfezione l'annata dell'ex giocatore del Pro Roma, costretto a passare dall'altra parte del campo, a soli 31 anni, per un'anomalia cardiaca. Ed è proprio il caso di dirlo: si chiude una porta e si apre un portone.

Mattia Aliberti, colonna portante del Pro Roma
“Fino ad agosto ero un calciatore, un orgoglio per me difendere i colori di questa società – chi ha raccontato Aliberti – Poi la terribile scoperta dei medici, che mi hanno diagnosticato questo problema al cuore. All'inizio l'ho vissuta come un dramma, abbiamo fatto di tutto per capirne di più, Carlo D'Alonzo e tutta la società mi sono stati vicini accompagnandomi in giro per gli ospedali. Alla fine non c'è stato nulla da fare: la mia vita, per fortuna, non è cambiata ma non sono in grado di giocare a livello agonistico”. Su D'Alonzo e sul Pro Roma, Mattia ha parole di grande affetto: “Lui una persona di un'altra epoca, il direttore Melis un fratello maggiore per me, mister Damiani mi ha voluto fortemente al suo fianco”. E così, alla fine della scorsa estate, per Aliberti è iniziata una nuova avventura. “Tu rimani con noi, mi hanno detto. Non mi è stato tolto un centesimo dal mio rimborso – continua l'ex capitano - e tutti mi sono stati vicini: questa società è fatta da grandi persone”.

Aliberti, appesi gli scarpini a quel maledetto chiodo, si è messo a studiare conseguendo la licenza UEFA B. La sua passione adesso è stare con i ragazzi: “Quest'anno ho allenato i 2005 del Pro Roma e ho fatto il vice in prima squadra, ci siamo tolti tante soddisfazioni”. La più grande, aver raggiunto l'Eccellenza con un gruppo partito a fari spenti e classificatosi a un solo punto dalla corazzata Villalba. “Merito a chi ci è stato davanti – conclude Aliberti – Siamo ugualmente riusciti a centrare l'obiettivo con i play off, al termine di una cavalcata che ha sorpreso tutti ma non noi. Domenica c'è la finale contro una grande squadra come lo Sporting Genzano, forse inutile ai fini del risultato, ma che ci teniamo a vincere per concludere alla grande la stagione”.

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