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l'intervista

CPC, parla Patrizio Presutti: "Sarà la stagione del rilancio"

Il direttore generale della Roja torna sul mancato accordo con il Civitavecchia, guardando comunque con fiducia al futuro dei portuali. Caputo e Fabietti tecnico e ds?

08 Giugno 2018

Patrizio Presutti

Patrizio Presutti

Patrizio Presutti

Un pizzico di rammarico c’è, per la città soprattuto, perché, probabilmente, senza la fusione una grande opportunità di crescita collettiva è andata in fumo, almeno per il momento. La Compagnia Portuale però non ha tempo per stare a rimuginare su ciò che poteva essere e non è stato: il club ha voglia di crescere e, le prime mosse che, la dirigenza tirrenica sta perfezionando, lo testiomoniano in maniera netta ed inequivocabile. Sandro Fabietti, rinomato direttore sportivo in forza attualmente al Civitavecchia, è vicino ad accettare la proposta allettante del patron Sergio Presutti: i due sono amici di vecchia data e, Presutti, ha individuato in Fabietti l’uomo adatto al rilancio del progetto tecnico della Roja. Con la gestione Arduini, Fabietti ha portato in nero azzurro giocatori del calibro di Vegnaduzzo, Garat, Martorelli, Laurato, Scibilia, Alfonsi, Gimmelli, Nencione: l’elenco dei top-player che hanno vestito nero azzurro è oltremodo lungo. Puntando su uno dei migliori direttori sportivi su piazza, Presutti non poteva non consegnare le chiavi tecniche della squadra a Paolo Caputo: con l’ex Tolfa l’accordo tra le parti è stato trovato. “Noi - irrompe il direttore generale Patrizio Presutti - siamo nuovamente carichi a pallettoni verso la cosiddetta stagione del rilancio: reduci da un’annata in chiaroscuro ambiamo ad un campionato di vertice in Promozione”. Naturalmente Patrizio Presutti si sofferma, come è giusto che sia, sulla fusione non conclusa col Civitavecchia: il classe 1980 è stato attore protagonista della faccenda ormai archiviata, non ha parlato nella nota stampa emessa dal club portuale: ha deciso di farlo tramite Gazzetta Regionale. “Dispiace non aver potuto dare uno slancio al calcio civitavecchiese accettando il nome della città come club. La fusione poteva rappresentare un nuovo punto di partenza: vorrà dire che noi proseguiremo sempre con tanta ambizione nel cuore, per il bene del popolo civitavecchiese che merita calcio a grandi livelli”. Le gerarchie non sono ancora cambiate, il Civitavecchia resta il primo club per lustro e importanza, poi viene la Cpc. “Siamo semplicemente la squadra del popolo, ci piace esserlo ora più che mai poiché volevamo la fusione per il popolo civitavecchiese ed ora, sarà nostro dovere cercare di stupire, creando o meglio costruendo, un grande futuro per il calcio civitavecchiese: è, onestamente, il mio sogno”. Finale dedicato alla prima squadra che verrà, non ci sono accenni a Fabietti e a Caputo ma una promessa, il dirigente classe 1980 sente di farla col sorriso sulle labbra. “La Cpc lotta, da sempre, ora è arrivato il momento di salire di livello però, si tratta di una nuova sfida per noi portuali: crescere e, con curiosità guardare con fiducia al futuro, c’è una certezza: ci divertiremo e parecchio pure”.

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