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DOPO GARA
12 Novembre 2018
Mauro Fia festeggia ©Cerasoli
Da Sabaudia a Formia; da settembre a novembre; dall’estate inoltrata all’inverno ormai alle porte. Sono passati 70 giorni, calcisticamente una vita, e finalmente il Terracina può dire di essere tornato a vincere. Sembrava un incubo, un’ossessione – come l’ha definita l’uomo partita Mauro Fia -, ma i ragazzi allenati da Simone Reggio sono riusciti ad ottenere una vittoria, 'la' vittoria. Un successo del gruppo, del cuore e della città, non tanto perché quello tra Formia e Terracina è un derby che rievoca sfide passate, piuttosto perché questo è il modo giusto per ripartire dopo i disastri del 29 ottobre. Una data scandita nella mente del fantasista biancoceleste, e non solo. "Oltre il fatto di aver saltato partite e allenamenti, e di conseguenza la forma fisica ne ha risentito, non eravamo pronti a livello mentale perché recentemente è successa una cosa che ci ha toccati tutti. Eravamo d’accordo a non giocare, anche tifosi e cittadini, contro Casalvieri e Aurora Vodice Sabaudia. Siamo stati una famiglia e c’è stato molto rispetto e solidarietà nonostante molti calciatori non siano di qui. Siamo rimasti sconvolti dopo quello che è successo. Trovare Terracina in quelle condizioni non era facile, soprattutto per chi come me è di lì; la vittoria è dedicata alla città. L’ambiente dell’ultimo periodo è stato difficile, i 3 punti sono stati una liberazione per noi". Il ruggito dei tigrotti in terra nemica serve per allontanare la terzultima posizione: lidi che non hanno a che vedere con quello che è il blasone e il valore della società biancoceleste. "Ci siamo lasciati alle spalle un periodaccio" – riprende Fia -. "Eravamo consapevoli di venire a Formia per prenderci i 3 punti. Cercavamo solo la vittoria perché mancava da troppo, era diventata un’ossessione. E alla fine è stata una grossa soddisfazione, dimostrazione del carattere della squadra. Non è facile andare lì, recuperare lo svantaggio che ci ha tagliato le gambe, poi abbiamo offerto una prestazione di voglia. Dopo lo svantaggio abbiamo giocato per riprenderla. Abbiamo pensato che peggio di così, considerando le tante difficoltà, non sarebbe potuto andare. Abbiamo messo la palla al centro e siamo ripartiti. E ho fatto 2 gol, alla fine c’è stato l’abbraccio con i compagni, ho baciato lo stemma e dedicato la mia gioia ai tifosi". Adesso può davvero cambiare la stagione, perché se il Terracina desse una sterzata al suo rendimento interno – manca ancora la 1° vittoria al Colavolpe - potrebbe recitare ben altro ruolo nel campionato. "Non è stata una vittoria casuale perché nelle altre partite siamo stati sfortunati. La ruota deve ancora girare dalla nostra parte".
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