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il caso
15 Novembre 2018
Rinaldi, capitano del Ferentino
Non ci sta Armando Rinaldi, 37enne capitano del Ferentino, stangato con 4 turni di squalifica dal Giudice Sportivo per il parapiglia dello Iacuzzi dopo la gara contro lo Sporting Vodice. Secondo quanto riportato sul referto arbitrale, il giocatore ciociaro avrebbe scavalcato le recinzioni tra spogliatoi e tribune per partecipare ad una rissa, colpendo con calci e pugni i componenti della tifoseria avversaria. “Che rabbia, una roba scandalosa – ci ha raccontato lo stesso Rinaldi – Com'è possibile scrivere una cosa che non è mai successa? Sì, ho scavalcato, ma per portare via delle persone che si erano accalcate, tra cui mio padre di 60 anni ed un bambino. Non ho alzato un dito”.
Questa la sua versione sulla “rissa” in tribuna: “È successo qualcosa, sì, ma tra due persone. Uno provava a scavalcare la rete per raggiungere gli altri negli spogliatoi, ma non per litigare; un altro gli ha urlato 'deficiente ma cosa fai?' e da lì è nato tutto. Due persone che litigavano, altre cinquanta che urlavano, ci si spingeva, sembrava di essere in mezzo al mercato. Io ho scavalcato per togliere la gente da lì in mezzo e mister Pippnburg ha rotto il cancello, che era l'unica via di uscita. Sono stato anche soccorso, perché ad un certo punto mi sono sentito male, mi mancava il fiato; il papà del numero 5 dello Sporting mi ha ringraziato dieci volte. E poi vengo a leggere di calci e pugni da parte mia: ma stiamo scherzando? Questa è diffamazione. Sono quattro giorni che sto al telefono, mi chiamano e mi chiedono 'Armando, ma davvero hai fatto questo?'; anche il mio datore di lavoro è incredulo. Adesso come mi tutelo? Sono stato descritto come il Super Saiyan di Dragon Ball, il vendicatore della notte, forse perché ho i capelli da moicano. Che assurdità”. Rinaldi, dunque, nega di aver preso parte ad una rissa e mette in dubbio l'esistenza della rissa stessa: “Sarà volato qualche schiaffo, sì, ma tra due persone. I dirigenti delle società non si sono sfiorati. Anche io faccio l'arbitro di calcetto, mi metto nei panni del direttore di gara, che può sbagliare; ma questo signore poteva mandarmi in galera: è un'ingiustizia. Magari ad avere un video...”.
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