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L'INTERVISTA
26 Novembre 2018
Giovanni Russo (a destra), ex allenatore del Formia. A sinistra l'ex ds Massimo Lombardi
E’ passato del tempo dalla data dell’esonero (avvenuto in seguito all’1-1 di Pontinia del 4 novembre), ma la risposta dell’ex tecnico del Formia Giovanni Russo è arrivata. Lasciamo la parola al diretto interessato, che rivela i retroscena abbastanza scottanti sul suo allontanamento e sul motivo per cui la compagine di Vincenzo Falco non riesce, a suo avviso, a dimenticare il periodo di difficoltà. "Dopo la prima giornata mi hanno comunicato che avrei dovuto guidare momentaneamente il Formia, sebbene dalla settimana successiva avrebbero trovato un nuovo allenatore, con cui avrei collaborato serenamente e così sarei tornato alla carica di preparatore dei portieri. Invece, il mercoledì hanno deciso di lasciarmi al ruolo di tecnico. Ho rilevato una squadra né costruita da me, né improntata con il mio modo di giocare. Era mentalmente, emotivamente ed atleticamente distrutta; io ho chiesto solo l’intervento del preparatore atletico che nell’arco di un mese mi ha rimesso su il gruppo. Dai giocatori ho sempre avuto stima e rispetto. Ho lavorato bene e i risultati ne stavano beneficiando. La società ha fatto proclami di vincere il campionato, ma la rosa allestita non era all’altezza di riuscirci. Ed infatti ho dovuto spesso iniziare le partite con 5 under e finirle con 7/8. Il DG Lentini mi ha promesso che anche se avessimo perso 10 partite di fila, non mi avrebbero mai allontanato da Formia. La stessa cosa mi è stata detta dal presidente Vincenzo Falcio, il giorno prima della partita con il Pontinia, quando poi mi hanno cacciato. E infatti non sono stati i risultati il problema, ma perché ero una persona scomoda: non accettavo le imposizioni della società e dei giocatori che volevano scendere in campo. Dato che a pagare gli errori sarei stato io, ho sempre deciso con la mia testa e non ho mai ascoltato quello che dicevano dall’alto. In questa società le persone per bene non ci possono essere, ecco il motivo. Sono stato allontanato anche perché avevo portato l’ex DS Massimo Lombardi, volevano chiudere il cerchio. Inoltre mi hanno detto che facevo un calcio a ‘pane e puparuoli’ perché c’era troppa confidenza con i giocatori, ma malgrado questo io li ho portati al 3° posto, con un gruppo che tolti alcuni leader non aveva le potenzialità per stare in alto. Anzi, mi complimento con i ragazzi perché credo che abbiano fatto il massimo. La scusante è stata la carenza di punti acquisiti nelle ultime 3 giornate, ma ho pareggiato con il Pontinia che è davanti al Formia, con il Paliano che è più forte, e a Roccasecca in cui abbiamo giocato con 8 under titolari. Io sfido qualunque collega del girone D ad allenare una squadra con le problematiche che ho avuto io e a portarla nelle posizioni di vertice come ho fatto. Mi hanno detto che avrei preso una patata bollente, ma io l’avevo raffreddata. Finché ci saranno certi dirigenti, questa società non potrà mai tornare ai suoi livelli. Da quando mi hanno sollevato dall’incarico si è rotto il giocattolo: è finito l’entusiasmo".
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