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15 Gennaio 2019
IN FAMIGLIA. Andrea Di Giovanni dà il cinque a suo figlio Daniele
27 gol fatti, 3 subiti e secondo posto in classifica conquistato. Tutto in 5 partite, da quando Andrea Di Giovanni è tornato ad essere il padrone della panchina della Tivoli. La squadra amarantoblù ha cambiato marcia con il ritorno del tecnico romano dopo l'esonero di ottobre, una decisione forse affrettata agli occhi degli addetti ai lavori e che lo stesso allenatore ha attribuito ad alcuni “errori di comunicazione con la dirigenza”. Incomprensioni che oggi sembrano appartenere al passato, grazie ad un ritrovato feeling con la società e, soprattutto, ai risultati del campo.
Scalata. La Tivoli è tornata a far paura alle rivali del girone B. Spaventano i numeri, una media di 5.4 gol a partita dal reinsediamento di Di Giovanni, spaventano i nomi della rosa amarantoblù, non spaventa più il Palestrina. “Indubbiamente in questo mese siamo stati agevolati dal calendario, che ci ha messo di fronte squadre più indietro in graduatoria – ha ammesso il mister – Ad ogni modo, posso contare su giocatori forti e su una proprietà che ogni allenatore vorrebbe avere alle spalle. L'impatto di Luca? Non lo dico perché è mio figlio, ma lui è di un'altra categoria. Adesso che siamo secondi le cose dipenderanno molto da noi, il girone è agguerrito e squadre come Cantalice, Fiano e Giardinetti sono pericolose. Il Palestrina? Hanno mandato via un ottimo allenatore, ma restano in corsa”.
La piazza. Di Giovanni intanto si gode questo momento e spende parole importanti anche per la società e per la città di Tivoli: “Chi ha deciso di richiamarmi ha avuto coraggio, dimostrando di credere ancora in me. Sogno un Olindo Galli gremito come tanto tempo fa, questo è un ambiente che ti dà la sensazione di vivere una grande realtà. I tifosi? Si fanno sentire, nel bene e nel male, ed è giusto che sia così: toccherà a noi fare in modo che la gente riempia lo stadio per cantare e non per contestare”.
Déjà-vu. Andrea, Daniele e adesso anche Luca Di Giovanni. Poi Teti, Gentili e Morini. Non è il Montespaccato che fece il suo ritorno in Eccellenza a suon di vittorie e di gol, ma la nuova Tivoli targata Di Giovanni, che ricorda nei nomi e nella mentalità lo squadrone biancoblù che ammazzò il campionato di Promozione nel 2016/17. Tante le somiglianze con i blues, ma Diggio è sicuro: “Quel Montespaccato era affamato, questa Tivoli lo sta diventando: siamo più forti sia numericamente, sia per i ricambi che ho a disposizione”.
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