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L'INTERVISTA
10 Giugno 2019
L'esultanza di Mancini dopo l'esordio con gol in Lodigiani-Catania a 17 anni
Il 9 giugno 2019 si chiude ufficialmente la carriera da calciatore di Mirko Mancini a 38 anni. Ha iniziato a 7 anni con la Pro Roma facendo un anno, giocando con i '78 pur essendo '81 e dall'anno successivo ha fatto 14 anni di Lodigiani. Prima di ripercorrere le tappe della sua carriera partiamo dalla fine con un bel messaggio lanciato ai ragazzi più giovani: "Voglio salutare tutti i ragazzi con cui ho giocato dai più giovani ai più vecchi e il messaggio che mi sento di mandare ai più giovani che si approcciano a questo sport a livello regionale è di stare a sentire, di stare ad ascoltare i più grandi che già sono passati dove loro stanno passando, spero che ci sia una crescita generale del calcio laziale perchè credo che il bacino sia davvero importante ed è necessario sfruttarlo". La prima gara nel professionismo (immortalata nell'esultanza della foto post rete al Catania) si gioca domenica 12 settembre 1999 in un Lodigiani-Catania (Serie C1): finirà 2-1 per la Lodigiani con gol di Mancini e Maggiolini, un anno più grande di Mirko: "Sicuramente quello che ricordo è l'incoscienza con cui mi rapportavo a queste novità avendo solamente 17 anni - rivela Mancini - perchè in quel momento non sai quello che stai facendo, te ne rendi conto dopo. Avevo tanta voglia, tantissima voglia, ero un ragazzo con tanta voglia. Il mio allenatore era Guido Attardi e quel campionato andò bene perchè arrivammo a metà classifica". Da lì la svolta che arriva successivamente all'età di 22 anni quando Mancini si trasferisce alla Nocerina: "L'esperienza che mi ha segnato maggiormente come calciatore e come uomo è quella a Nocera Inferiore con la Nocerina, venivo da un ambiente ovattato con pochissimi tifosi e quella di Nocera era una piazza di C che era vissuta in maniera completamente diversa. L'esperienza con la Nocerina mi ha fatto diventare grande: respiri sempre calcio, per loro sei come un calciatore della Roma nella capitale. A me un tifoso mi disse "qui abbiamo solo questo qui, se ci levate questo è la fine". Durante i derby c'erano 8-9 mila spettatori. Sono stato un anno, siamo arrivati sesti o settimi, è stata un'esperienza molto bella, vivevo sulla Costiera Amalfitana, è stato un anno che mi ha fatto crescere sotto tutti i punti di vista". Da lì si cambia per andare alla Rosetana sempre in Serie C disputando un campionato straord
inario con il secondo posto in classifica al termine del girone d'andata. Poi uno dei momenti più importanti della propria vita con la nascita del piccolo Simone: "Successivamente mi nacque il bambino, diventai padre: il Teramo, il Chieti e la Rosetana erano fallite e Danilo Pierini che era tecnico della Rosetana (attuale collaboratore di Eusebio Di Francesco, ndr) andò al Morro D'Oro in Serie D e mi volle lì. Speravano nel ripescaggio ma non andò così, Pierini andò via, a novembre mi nasceva il bambino e quindi decisi di restare in Serie D. Era il novembre 2005 e mi nacque Simone". In quel momento Mirko Mancini si adagia, comprende che non può più girare l'Italia per fare il calciatore e decide di rientrare nel Lazio per poi girare tantissime società nella nostra regione: Ferentino, Boville, Monterotondo, Marino, Lupa Frascati, Cynthia, Lupa Castelli Romani, Vigor Cisterna, Albalonga, Ladispoli, nuovamente Monterotondo, Boreale per poi concludere in modo definitivo con l'Aranova dove trova un ambiente speciale: "All'Aranova mi sono trasferito a dicembre 2017, la squadra era sest'ultima e decisi di arrivare scendendo per la prima volta in Promozione e ci fu subito feeling con il Presidente Schiavi. Da lì, in un anno e mezzo, abbiamo fatto 130 punti circa disputando un girone di ritorno (stagione 2017/2018) molto importante e con l'annata appena terminata che è andata molto bene". Ultima gara disputata al Bonelli di Tarquinia da capitano dell'Aranova contro la Polisportiva Monti Cimini uscito tra gli applausi di tutti per una carriera molto importante che, ad un certo punto, avrebbe potuto assumere contorni ancora superiori considerando le esperienze fatte anche con l'Italia Under 15 ed Under 20. Tanti tecnici incontrati durante il proprio cammino ma tre persone hanno caratterizzato la crescita del Mancini calciatore e del Mancini uomo: "Il primo che mi viene in mente è sicuramente Mauro Venturi conosciuto come avversario sul campo e poi avuto come tecnico ai tempi della Vigor Cisterna, lui ti porta a dare tutto per lui. Altro nome che non posso dimenticare è sicuramente quello di Guido Attardi mi ha lanciato tra i professionisti, ho esordito a 17 anni in Serie C1, feci 12 partite in campionato e feci anche un altro gol in Coppa Italia contro il Crotone uscendo in semifinale contro l'Avellino. Infine voglio citare anche Manolo Patalano che ho avuto alla Lupa Frascati e a Marino, purtroppo nel calcio regionale quando esci dal giro non riesci più a rientrare, questa è la triste realtà". La chiusura è sul futuro con una certezza che si chiama Aranova: "Smetto non solo per l'età anagrafica ma considerando che durante l'operazione fatta al menisco ad ottobre mi è stata riscontrata una parziale rottura del crociato che potrebbe cedere da un momento all'altro e quindi farmi molto male. Ho comunque voluto finire l'anno mantenendo una promessa fatta. Nella mia carriera ho avuto squadre dove c'erano grandissimi giocatori con tante prime donne, squadre dove la qualità era inferiore
ma era presente tantissima voglia. Ogni compagno mi ha lasciato qualcosa arricchendo il bagaglio di conoscenze e di esperienze che è diventato sempre più grande. Più diventi grande e più il divario cresce. Determinati valori negli anni si sono persi, ho imparato da tutti, anche dai ragazzi più giovani perchè impari a confrontarti con loro. Ho giocato con tanti giocatori che erano assolutamente sprecati in queste categorie e ho giocato con tanti calciatori che non potevano stare in queste categorie ma con voglia enorme. Per adesso io ho il patentino di allenatore UEFA B preso due anni fa, non so ancora cosa voglio fare da grande, voglio fortemente rimanere ad Aranova perchè ho trovato davvero una famiglia. Questa è una società che ha dei margini di miglioramento davvero grandissimi, vorrei impegnarmi ad aiutare questa società per arrivare a livelli che le competono. Mi piace sapere, è bello studiare ed approfondire per fare qualcosa di importante insieme. E' giusto sapere per poter fare, essere sempre informati altrimenti non si può giudicare il lavoro degli altri". Termina qui la carriera di Mirko Mancini che, a 38 anni, dice stop. Inizierà ora un'altra fase della propria vita, in bocca al lupo Mirko!
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