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l'intervista

Montalto, Maccarini ci crede "Il club ha potenzialità"

Il giovane direttore sportivo dei gialloblù, alla sua prima esperienza, ha buone sensazioni per la stagione in corso

18 Ottobre 2019

Alessio Maccarini

Alessio Maccarini

Alessio Maccarini

Ricostruire dopo una retrocessione è una missione sempre difficile: Francesco Moretti ha scelto Alessio Maccarini per questo delicato compito. Appesi gli scarpini al fatidico chiodo, Maccarini si è catapultato nel ruolo probabilmente più delicato nel momento in cui una squadra scende di categoria: il direttore sportivo. “Mi è stata data questa responsabilità onestamente ne vado fiero anche se non è facile, dopo l’annata in Eccellenza vissuta dal Montalto, costruire in un determinato modo”. In tema di credibilità il Montalto ha dalla propria parte l’attuale dirigenza che sta mettendo sul piatto, per la causa, essenzialmente cuore e passione. "Montalto -prosegue il giovane dirigente- ha una storia non indifferente alle proprie spalle. Probabilmente l’anno scorso è stato fatto il passo più lungo della gamba. Una sorta di errore insomma che di certo ora non ripeteremo. Il nostro obiettivo è ben figurare in un campionato che è comunque di prestigio”. La prima squadra dopo 6 partite ufficiali è settima con 10 punti in campionato.“A noi interessa un percorso lineare senza troppi squilli di tromba per intenderci. Abbiamo perso due match ma ne abbiamo vinti tre di cui uno contro la quotata LUISS. Se ipoteticamente facciamo un mini bilancio direi che è positivo”. Per Maccarini non è stato facile assemblare una squadra competitiva dalle ceneri di un gruppo comunque deluso dal play-out perso col Civitavecchia ad Allumiere: una gara che ai viterbesi è valsa, come lasciato intendere, la perdita dell’Eccellenza. "Siamo ripartiti -racconta l’emergente diesse- da una certezza come il tecnico Stefano Pera. A garanzia della bontà del progetto cito gli innesti in rosa di ottimi calciatori come Mancini, Jammeh, Tersigni, Toppi e Paniccia oltre a conferme di livello per la categoria come quella ad esempio di Giambi”. Nell’incantevole stadio Martelli, quartier generale gialloblù, si vola dunque basso: sognare non costa però nulla e soprattutto, non è vietato. "I presupposti a livello di infrastrutture e di logistica ci sarebbero per riportare il nome di Montalto in alto nel calcio. Oggi però c’è tanta concorrenza nel nostro vasto comprensorio. Le risorse economiche non sono più quelle di un tempo ma noi rimaniamo comunque un club che ha, per tradizione, il giusto potenziale per far calcio a certi livelli. Adesso occorre un po’ di fisiologica pazienza ma è garantito che stiamo lavorando per tornare a dire la nostra nel panorama calcistico laziale”.

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