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L'intervista

L'esperienza di Maddaluna: presidente e ristoratore

Le parole del numero 1 del Monte San Biagio: dallo stop ai campionati a quello della sua attività

18 Marzo 2020

Alessandro Maddaluna

Alessandro Maddaluna

Alessandro Maddaluna

Prima della sosta forzata per la pandemia da Coronavirus, il Monte San Biagio era davvero in un buon momento ed aveva centrato tre punti pesantissimi contro il Palocco, in trasferta. Avrebbe anche dovuto giocare l'andata della semifinale di Coppa contro la W3, poi il rinvio a data da destinarsi. I biancoverdi sono una delle espressioni del calcio più puro, quello che riunisce paesi di poche anime sulle tribune ogni domenica ed Alessandro Maddaluna ne è da anni il presidente, trattando la sua società come una famiglia, con pochi ma sinceri principi base. Non solo. Alessandro Maddaluna a Monte San Biagio è conosciuto anche per il suo albergo-ristorante tra i più frequentati del circondario, ed ha quindi un contatto costante con il tessuto vitale del suo territorio, attraversando due dei momenti delle giornate di ognuno di noi che si trascorrono con più piacere: una partita di calcio, una bella tavolta. Attività che ora sono ferme, con il presidente biancoverde che ci racconta così la sua situazione "Io vivo a Fondi, che dopo Roma per media di abitanti e di contaggiati è la città con il più alto numero di casi. Purtroppo qui alcune persone non hanno capito la gravità del momento ed ancora vanno in giro come se nulla fosse. Così diventa difficile fermare l'avanzata di questo virus che sta creando tantissimi problemi a tutti, sotto ogni aspetto. Mi auguro che preso si riesca a trovare una soluzione, ma questo può arrivare soltanto con il rispetto massimo delle regole. All'inizio io pensavo che questa epidemia potesse essere circoscritta a poche zone, purtroppo mi sbagliavo, anche se per quello che riguarda la mia attività ho anticipato i tempi. Il lavoro, vista la paura, iniziava a scarseggiare e quindi prima del decreto del Governo ho optato per la chiusura, anche se questo comporterà delle difficoltà per i miei dipendenti, che spero presto di poter riavere con me per tante altre giornate di lavoro. Non è facile dire a delle persone che conosci da anni di rimanere a casa e soprattutto è difficilissimo dare loro delle risposte su quel che sarà in futuro. Mi auguro che questa situazione passi presto e che il contagio non si espanda troppo alle zone del centro-sud, anche se arrivano dati che ci possono allarmare. Per quel che riguarda, invece, la sfera calcistica, c'è ovviamente un po' di rammarico per lo stop, visto che ultimamente la squadra stava andando bene. Eravamo riusciti a vincere a Palocco un match importantissimo ed aveva raggiunto le semifinali di Coppa. Ci siamo allenati fin quando abbiamo potuto, poi abbiamo dovuto chiudere anche in questo caso. I ragazzi nel frattempo si allenano a casa con dei piani predisposti dal preparatore, ma so che sarà difficile riprendere dopo questo periodo di inattività. La speranza è che duri il meno possibile anche perché oltre alla forma fisica si perde anche la carica agonistica e quella sana voglia di competizione interna che ti spinge a dare il massimo". 

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