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12 Settembre 2020
Durante il lockdown ci aveva pensato, l'idea ce l'aveva in testa già da un po', ma ha voluto aspettare. Poi però deve aver fatto i conti con se stesso ed ha deciso di dire basta. Fabrizio Boriello lascia il calcio giocato dopo oltre 500 partite giocate, trofei vinti, grandi soddisfazioni. Difensore che sapeva guidare il reparto e che riusciva a farsi sentire anche in area avversaria. Uno dei simboli del nostro calcio. "Inevitabilmente è arrivato quel giorno. Sono ore, giorni, settimane, mesi che penso e ripenso, che ragiono. Poi vedo, leggo e sento tutti ricominciare a correre, sudare, faticare mentre io, dopo 21 estati, me ne sto in disparte. Una persona a me molto cara è da giorni che dice di riordinare le borse del calcio, quelle dove dentro c'è tutta la mia vita calcistica, ed io ho sempre preso tempo, traccheggiato, fino ad oggi, fino a "quel giorno". Nella vita si è sempre chiamati a prendere delle decisioni, a fare delle scelte, e questa è senza dubbio una delle più sofferte che abbia mai preso ma con piena serenità, con il sorriso sulle labbra, conscio di aver dato tanto e ricevuto altrettanto, con la leggerezza e la tranquillità nel cuore per aver rispettato in ogni sua sfaccettatura le regole scritte e non scritte di questo sport: ho deciso di lasciare il calcio giocato.Potrei stare quì a raccontare all'infinito particolari, storie, aneddoti di spogliatoio, di campo, di ritiri e di quotidianità, ma preferisco cogliere l'occasione per ringraziare prima di tutto la mia famiglia, che con sacrifici e rinunce mi ha sempre permesso di giocare, di divertirmi e di diventare la persona che sono. Ringrazio tutte le persone che ho avuto il piacere di incontrare durante i miei 34 anni di carriera: allenatori, compagni di squadra, avversari, presidenti, dirigenti, fisioterapisti, magazzinieri, tifosi, giornalisti. Ognuno di loro ha lasciato un segno ed un ricordo, alcuni si sono trasformati in veri amici e forse è questa la più bella vittoria ottenuta in carriera. Perchè il calcio, e lo sport in generale, unisce, ti fa vivere e condividere emozioni e sensazioni indescrivibili, indimenticabili, che ti entrano dentro e ti restano per sempre nel cuore. Auguro a chiunque abbia la fortuna e la possibilità di praticare questo sport di amarlo incondizionatamente e di rispettarlo per la sua essenza così come ho fatto io. Il calcio unisce, il calcio insegna, il calcio regala gioie e dolori, emozioni, allegria, felicità, tristezza, toglie il fiato, non ti fa mangiare, fa venire i brividi: il calcio è vita, il calcio non morirà mai, buon calcio a tutti!"
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