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L'ex Atletico Torrenova resta in Promozione e si accorda con i biancazzurri
25 Luglio 2022
Matteo Botti, al centro, con Grillo (a sinistra) e Leva
Dopo il quinto posto della scorsa stagione e la finale di Coppa persa ai rigori contro la Fonte Meravigliosa, l'Atletico Morena è pronto a ripartire alla grande. Confermato Fabrizi in panchina ed il talento di Vasta in attacco il club biancazzurro ha messo a segno un gran colpo in difesa con Matteo Botti, uno dei migliori difensori della scorsa stagione in cui con l'Atletico Torrenova ha vinto il campionato. Ecco le sue impressioni dopo il trasferimento al Fabrizi.
L'Atletico Morena punta molto sui giovani, probabilmente dovrai fare un po' da chioccia, ti senti pronto? "E’ vero, me ne sono reso conto lo scorso anno affrontandoli ed ancor più nel corso dell’estate durante i colloqui che ho avuto con il club di quanto all’Atletico Morena la cura ed il focus sulla valorizzazione dei giovani siano maniacali. Ammetto che sia una novità per me essere in uno spogliatoio dall’età media così bassa, ma mi farò trovare preparato anche a questo. Se il giovane è educato e pronto ad assorbire il meglio e rubare con gli occhi e con le orecchie dai più esperti allora la carta d’identità smette di essere una discriminante: conta solo ciò che si fa vedere in campo".
Con il tuo innesto i biancazzurri fanno un passo avanti importante in avanti, che tipo di campionato ti aspetti? "Ho scelto l’Atletico Morena perché ha una base solida, che per buonissima parte ha mantenuto. Vengono da un quinto posto in un girone stra-competitivo, che sarebbe stato tranquillamente migliorabile di un gradino se non avessero avuto le fatiche di Coppa. Hanno perso la Finale di Coppa appunto, ai rigori. Una beffa. E per questo hanno ancora più fame di Eccellenza. Sono feriti. Vogliono vincere, come me. Si sono mossi in maniera saggia, senza giocare alle figurine, dando continuità e mantenendo l’identità ormai consolidata. Poi hanno aggiunto pedine chiave, in termini di personalità e qualità. Nascondermi non mi è mai piaciuto e di certo non comincerò oggi. Certo che fanno un bel passo in avanti. Peraltro con l’inserimento affianco a Vasta di un terminale offensivo come Composto e del più forte in categoria, mio fratello Francesco".
Arrivi con l'esperienza di un campionato vinto alle spalle, quanto potrà aiutare te e il club? "Di sicuro vincere aiuta a vincere, su questo non si discute. L’esperienza è un tesoro che sa consigliarti nel modo giusto su come rispondere agli input interni ed esterni e comportarti nei vari momenti della stagione. Influirà. Di certo non mi sentirei da meno se non avessi vinto lo scorso anno. Mi fa sorridere il fatto che quando vinci in un mese ti chiamano 20 squadre, mentre se arrivi quarto ti chiamano in 2-3. Quest’estate – ringrazio tutti, sia chiaro – sono stato tempestato. Questo perché in questo mondo non c’è particolare conoscenza del giocatore, si va sul sentito dire, sull’amico dell’amico, si fa mercato sui social. Si guarda al traguardo e non al percorso, fatto di 30-35 partite. Spesso non ci sono neanche le competenze e la capacità di scelta. Mancanze che non ho trovato a Morena. Ho visto le idee chiare di chi sa dove vuol andare"
Hai avuto modo di parlare con Fabrizi? Che impressione hai avuto? "Sì, più volte. Probabilmente è il motivo per cui ho scelto il biancoblù. Mi ha trasmesso la fame di arrivare all’obiettivo, dopo la beffa della Finale di Coppa Italia. E’ un leone ferito. Vuole prendersi qualcosa d’importante, quello che merita. Come accennavo prima, ha idee. Non le ha prese in prestito in giro, si percepisce da come te le racconta. Ha il suo modo di intendere il calcio, mi ha fatto sentire subito al centro. Farà di sicuro il suo bel percorso. Io a Morena invece spero di rimanere una sola stagione. Vorrà dire che sarà successo un’altra volta. (ride, ndr)".
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