l'intervista

Cafarelli e la Romulea: passato, presente e... "Il primato ci rende orgogliosi"

Gabriele Tossio

Al comando ora c’è anche lui, o lei. La Romulea di Emiliano Cafarelli è, la nota indubbiamente più lieta e confortante del girone A. In un raggruppamento definito da tanti addetti ai lavori una sorta di terzo girone di Eccellenza fa tanto rumore la notizia che, vede un manipolo di ragazzi, giocare a calcio solo ed esclusivamente per pura passione primeggiare, attraverso i comportamenti e la qualità. "Fa piacere -analizza il giovanissimo (solo 40 anni) tecnico amaranto oro- raggiungere per il momento la vetta. Sono arrivato al Roma ad agosto, gli obiettivi, diciamo statistici, erano completamente diversi dalla realtà attuale che, stiamo orgogliosamente vivendo". Squadra no profit, valorizzazione e crescita annessa dei tantissimi giovani provenienti dal florido vivaio di via Farsalo. "Mi è stato chiesto di dare un’imprinting funzionale e duraturo nel tempo, ai ragazzi del club, in procinto di fare il famoso salto, dall'Under 19 alla prima squadra. Ho trovato disponibilità da parte dei calciatori, la giusta motivazione ad esplorare loro stessi anche interiormente attraverso il calcio, compiendo così passi in avanti, pure nella vita". Napoli, Arsenal, Lens, Real Sociedad, quattro esempi dei maggiori campionati europei conclamati che, trovano gloria e crescita attraverso i giovani e, a quel senso di appartenenza alla causa, finalmente riscoperto; nel suo piccolo ma valoroso dilettantismo, all’interno di una città di 5 milioni di abitanti, la Romulea è un gioiello in vetrina da non disperdere: semmai assolutamente, da emulare. "Lavorare coi giovani è affascinante. Un tecnico deve essere per i ragazzi anche una figura paterna, in grado di stabilire la giusta connessione mentale. Ai ragazzi, cerco di trasmettere le competenze adatte per far sì che, durante ogni partita abbiano diverse soluzioni da poter adottare, a seconda delle difficoltà che si presentano". Come la mettiamo col tormentone degli schemi base? E' doveroso, chiederlo ad uno dei tecnici più stimati del Lazio. "Sono molto maniacale nella cura della fase difensiva. Parto spesso con una difesa a 4 poi, durante la partita, accadono tante cose, bisogna saper cambiar pelle in fretta; questa peculiarità la devono interiorizzare bene, soprattutto i calciatori: sono loro gli attori protagonisti". E poi c’è la parte romantica. Lo stesso Cafarelli ci spiega il perché di una foto che lo ritrae accanto ad uno quadro che documenta le fattezze del campo Roma, diciamo qualche decennio fa. "Io sono cresciuto nella Romulea. Ho fatto il calciatore professionista poi, ho deciso di intraprendere la strada che, con tanta passione percorro ogni giorno. Il mio recente colloquio per l’incarico da tecnico alla Romulea è stato con l’ex ormai ds Daniele Di Placido (è entrato con successo, di recente, nello staff di Tiago Pinto alla Roma). In occasione di quella chiacchierata, molto prolifica, è nata l’idea di fare questa foto. Una sorta di trait d'union tra il passato ed il presente" Il filo conduttore ideale, per storie d’altri tempi che, tornano di moda per la gioia di chi, il calcio lo ama.

This page might use cookies if your analytics vendor requires them.