l'editoriale

Paolo Albano, un anti-divo al comando: nel calcio non serve inventarsi nulla

Giovedì prossimo si chiuderà il primo anno di Paolo Albano come allenatore della Pescatori Ostia. La festa per l'anniversario potrebbe essere celebrata nel migliore dei modi domenica 12 quando al Lodovichetti arriverà il Palocco di Christian Lodi, non un nome come tanti quello dell'attuale allenatore arancioblù dalle parti di via delle Scialuppe. Lodi ha disegnato ritratti di una Pescatori Ostia orgogliosa, ma che non è andata oltre l'obiettivo minimo. Tante soddisfazioni, abbracci e rimpianti, poi un rapporto che si esaurisce. Un passo indietro ed uno avanti, quello del suo successore appunto. Occhi distratti lo dipingono come il più classico avvicendamento per portare in fondo una stagione che rischia di complicarsi, dare una scossa al gruppo. Poi quando sarà finita si vedrà. Non sarà così. Paolo Albano ribalta il piano di lavoro, gli Squali per cinque giornate non perdono, cadono con la Fonte Meravigliosa e poi gestiscono le forze fino al settimo posto. Passa l'estate, ma non cambia nulla sulla panchina della Pescatori Ostia: Albano viene confermato. Lui, che aveva iniziato sembrando un supplente semplice. E la scelta è quanto mai azzeccata. I gialloverdi praticamente non sbagliano un colpo e all'interno di un campionato in cui si muovono forze economiche di spessore che spostano importanti calibri da una parte all'altra (Matteo Trincia all'inizio doveva essere un loro avversario) le idee del tecnico si tramutano in sostanza, le intuizioni in realtà, le scelte in trovate geniali. Paolo Albano vive lontano dalla luce dei riflettori, è un anti-divo. Non posso definirlo schivo perché questa conoscenza non c'è, ma mi è bastato studiarlo con lo sguardo per due volte in tre settimane in cui si è preso tutto e di più. Due sfide cruciali per riscrivere la storia vissute come se stesse scendendo in campo per una partita tra amici. E forse è questo il pregio più grande. La tensione esiste a tutti i livelli, ma nel dilettantismo va soppesata con quello che, realmente, c'è in palio. La vittoria di un campionato gratifica, rende orgogliosi, ma conquistarla con il sentimento del calcio di periferia senza scimmiottare chi fa questo per lavoro e porta a casa cifre con parecchi zeri è già una vittoria. Più importante del primo posto finale, che la Pescatori Ostia sta ampiamente meritando di occupare. Paolo Albano però non è soltanto questo, perché il campo parla. Il campo parla e racconta di un allenatore che senza inventarsi nulla, senza decisioni cervellotiche e turnazioni forzatamente sorprendenti si può competere al massimo livello. L'ha dimostrato domenica e sono sicuro continuerà a farlo.

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