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l'intervista
Il capitano e bandiera del club di Arnara racconta la salvezza ottenuta al primo, in assoluto, anno di partecipazione in Promozione
23 Maggio 2023
Armando Rinaldi, capitano dello Sterparo (Foto ©Cinelli)
Arnara è un piccolissimo centro nel cuore della provincia frusinate ed ha due squadre di calcio: l'Arnara, appunto, e lo Sterparo. Tra le due la seconda è la più giovane, ma è quella che ha ottenuto il risultato migliore in campo, la Promozione, categoria che è riuscita a mantenere contro un'altra neopromossa, il San Giovanni Incarico. Una stagione quindi da ricordare con Armando Rinaldi, capitano di mille battaglie, che la delinea così.
Al primo anno in assoluto per la società avete raggiunto la salvezza, raccontaci come è stata l'ultima gara con il San Giovanni, come l'avete vissuta prima e dopo? "Sapevamo che sarebbe stato difficilissimo, ma siamo felicissimi così. La sfida con il San Giovanni Incarico è stata molto spigolosa, sapevamo che sarebbe stata così con le due formazioni molto accorte anche se ci sono state occasioni per entrambe. Aspettavamo questa sfida da tre settimane, vista la classifica. Fino all'ultimo abbiamo provato ad arrivare sopra il San Giovanni per giocare in casa e con due risultati a favore, ma avevamo visto che sarebbe stato difficile. Abbiamo pensato che sarebbe stato meglio però giocare su un campo come il loro e ad avere solo la possibilità della vittoria per conquistare la salvezza. Questo per il modo in cui è stata costruita la squadra, con giocatori tecnici. Abbiamo affrontato un campionato su un campo in terra, alcuni pensano possa aiutarti mentre invece per il nostro gruppo non era affatto così. Lo Sterparo in questo senso è un unicum: durante la settimana si allena su un campo in sintetico e poi la domenica in casa gioca sulla terra. Posso assicurare che per i giocatori diventa molto pesante mentalmente, perché quando ti alleni hai un rimbalzo abbastanza regolare del pallone, poi la domenica non sai invece quello che ti aspetterà. A fine gara c'è stato un bellissimo clima, senza tensioni, nessuno ha messo pressione né in campo né sugli spalti e forse questa è stata la cosa più bella della domenica, ovviamente per noi più bella ancora. Faccio i complimenti al San Giovanni, un gruppo di ragazzi che si è costruito la possibilità di lottare fino alla fine nonostante le tante uscite a dicembre".
Come ti è sembrato questo campionato? C'era margine per poter arrivare prima al risultato? "Il campionato è stato sicuramente di alto livello, c'erano molte squadre tra le prime che, tranne l'Atletico Pontinia, hanno perso punti con le ultime e quelle di centro-classifica avevano giocatori e tecnici di livello. Forse sul piano del gioco non è stato bellissimo come campionato, nessuna squadra mi ha entusiasmato come in passato successo con Gaeta, Ferentino e Formia. E' stato un campionato durissimo a livello fisico e mentale, più che a livello di gioco. La differenza l'ha fatta la programmazione, soprattutto nel caso dell'Atletico Pontinia ed oltre a questo sono stati decisivi il numero e la qualità degli infortuni di ogni realtà. Non c'è stata nessuna sorpresa secondo me. Sapevamo che ad inizio campionato questa sarebbe stata grossomodo la classifica, con le formazioni che hanno lottato per la salvezza che hanno fatto quel che dovevano ed altre che sono arrivate immediatamente sopra che, con un po' di esperienza in più viste le precedenti stagioni, hanno fatto meno fatica. Noi potevamo fare qualcosa di più, abbiamo pagato l'inesperienza ed avere un campo che ci ospitasse ogni domenica. Credo sia stato fatto un grandissimo miracolo, perché una squadra di una piccola frazione di un piccolo paese, quando si trova ad essere costruita ha un budget ben definito, rispetto ad altre realtà".
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Qual è stato il vostro punto di forza principale? "L'affiatamento da quando è arrivato mister Liburdi. Ha ricompattato i ranghi perché la qualità umana e tecnica del gruppo c'era, ci sono state difficoltà logistiche e di infortuni, come quelli di Franco Rinaldi, Movila e Spila, giocatori cardine per il nostro gruppo. Con queste difficoltà è stato difficile poi avere continuità. Si è creato quindi un ottimo gruppo, tant'è vero che poi a dicembre nessuno è andato via. Oltre a questo poi il lavoro che il mister ha fatto, sia tecnicamente che fisicamente, ottenendo poi dopo le sette sconfitte di fila una serie positiva sulla quale abbiamo costruito la salvezza".
Da capitano come hai gestito i momenti difficili della stagione col gruppo? "Nelle ultime partite, pur non potendo giocare per via di un infortunio, ho stretto i denti e sono stato con la squadra, allenandomi e giocando stringendo i denti per stare il più possibile vicino alla squadra, quantomeno per dare supporto psicologico, sperando di essere da esempio sia per i più giovani che per i compagni. Sembra che la strategia abbia funzionato (ride, ndr) adesso ci rimettiamo nelle mani dei dottori per poter giocare di nuovo il prossimo anno".
La gioia dello Sterparo al termine del play out (Foto ©Cinelli)
Siete una squadra di una frazione di Arnara, c'è "rivalità" con l'altra squadra e se sì come viene vissuta? "So che esisteva la possibilità di una fusione tra le due società, c'è un po' di rivalità ma non è molto forte".
A risultato ottenuto si inizia anche a guardare oltre, ti vedi ancora con questa maglia? Cosa ti aspetti? "In società ci sono stati degli sviluppi importanti con l'ex presidente Adriano Roma che ha deciso di farsi da parte e che la parte rimanente del gruppo dirigenziale che ha già fatto grandi sforzi per supportare la squadra in Promozione, so che continuerà a farli. Ed il primo anno in un torneo di questo tipo è sicuramente il più duro, sei catapultato in un ambiente totalmente diverso da quello che è la Prima o addirittura la Seconda Categoria. Ad Arnara (sorride, ndr) i guardalinee non si erano mai visti...La società si è messa in moto per la prossima stagione e credo che la conferma di Liburdi sia scontata. Non ho ancora parlato con nessuno ma in questa settimana so che ci incontreremo per un ultimo allenamento e poi una cena di fine anno. Per quel che mi riguarda, se fisicamente riuscirò a stare in campo in un campionato come quello di Promozione continuerò a giocare qui per fare 90' ogni domenica. Ho capito che forse dal prossimo anno mi potrei allenare per farne magari 30' al massimo livello ed arrivare fino ai 45 anni e giocare (ride, ndr). Scherzi a parte, parlerò con la società, capirò che tipo di squadra ci sarà, ma l'affetto che mi lega allo Sterparo è fortissimo".
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