l'intervista

ASA, la strada è quella giusta. Miccio tra campionato e giovani talenti

In una classifica che dal quarto al decimo posto è cortissima, l'ASA è in ottava posizione con 25 punti ad un turno dal giro di boa. All'orizzonte una sfida che sembra quasi un esame di maturità per la formazione di Luigi Miccio, giovanissima, che ha intrapreso la strada giusta per regalarsi delle soddisfazioni. Il Fiano Romano, quindi, come cartina tornasole per aggiungere un fattore in più ad un'analisi che ha già delle impressioni positive. La scelta di puntare sull'ex Latina sta pagando. D'Ignazio e compagni hanno una decisa identità e questo, senza spese eccessive e cercando di valorizzare al massimo gli elementi a disposizione, è già un ottimo risultato. 

Prima parte di stagione che potremmo definire ottima: ti aspettavi questo? Di più, di meno? "Dire che mi aspettavo di più o di meno di quanto è stato fatto finora è difficile, semplicemente perché credo che quando ci si appresta ad iniziare un percorso nuovo in una realtà che non si conosce a fondo è sempre difficile avere certezze; diciamo che intimamente facevo affidamento sostanzialmente però su due convincimenti; il primo che io sono un tecnico che lavora, che ci prova sempre a costruire qualcosa e il secondo costituito dalla serietà ed affidabilità del gruppo storico ASA e della società tutta che sapevo mi sarebbe stata vicina. Con queste premesse, con l’aiuto tecnico dei ragazzi nuovi e con quello fondamentale dello staff tecnico, settimana dopo settimana, siamo riusciti a portare a termine un girone di andata dignitoso".

Che tipo di campionato hai trovato, sai valutare bene le varie squadre e, quindi, cosa ne pensi? "Sembra banale dirlo, ma ho trovato un campionato complicatissimo; in primis perché tutte le squadre sono tecnicamente attrezzate e quasi tutte le società anche nell'ultimo mercato di riparazione hanno dimostrato di avere forza economica per migliorare ulteriormente le rose a disposizione dei diversi staff tecnici, in più perché la struttura dei gironi con così tante squadre potenzialmente a rischio play out, spinge tutti a dare qualcosa in più. Infine permettimi un plauso sincero a tutti miei colleghi; non ho incontrato una sola squadra sprovveduta tatticamente, tutte sanno cosa fare in campo e questo rende le partite ancor più equilibrate e spigolose".

Cosa ti ha dato il "mondo ASA"? E' una società che lavora bene e lontano dai riflettori, senza proclami "L’ ASA ormai è una realtà, soprattutto a mio parere nel circuito di Roma Nord; e’ vero che in questo spazio il nostro focus è sulla prima squadra ma permettimi di spendere due parole sulla qualità del lavoro che la società propone nell’attività di base. Mi chiedi cosa mi ha dato l’ASA? Magari ti sorprenderò ma una delle prime cose che mi viene in mente è il piacere che mi ha ridato nel vedere gli allenamenti dei piccoli, il modo in cui si comunica con loro, l’ambiente sereno che gli si mette a disposizione ed in più mi sta regalando quell'attenzione ai rapporti umani che, come noto, per me resta fondamentale per esprimermi al meglio anche sul campo".

Cosa ti renderebbe, risultati a parte, veramente soddisfatto a fine anno? "In un ambiente che al di là delle belle parole, giudica tutti e tutto sulla base dei risultati ottenuti, potrei dirti diverse bugie ma non mi sembra il caso; quindi sarei felice se riuscissi a far capire ai miei ragazzi che possono volare alto e che non devono accontentarsi. Sarei quindi felice se vedessi che loro hanno voglia di spingersi ancora oltre rispetto a quanto fatto finora centrando magari con un po’ di anticipo un risultato sportivo che per il contesto ed il percorso dell’ASA sarebbe importantissimo".

Parisi ti ha regalato la sua maglia, che emozione è quando vedi i tuoi ragazzi a questi livelli? "Anche qui sarò onesto, Parisi io l'ho potuto conoscere perché lavoravo alla Vigor Perconti, società che investe davvero nel settore giovanile e c'è la giusta lungimiranza. Ho provato la soddisfazione di vivere emozioni di fasi finali scudetto, titoli regionali, ma l’ arrivo di una busta chiusa a casa, per Natale, con una dedica in cui ancora un tuo giocatore ti parla con il “voi” esternando tutto il suo amore e la sua riconoscenza, a livello emozionale non è parogonabile a nessun trofeo o titolo vinto sul campo. Una persona a me molto cara, dopo aver visto la foto della maglia di Fabiano mi ha scritto “Come vedi, Luigi, non è tutto vano". Gesti come quello di Fabiano restano la spinta più potente ad insistere ed andare avanti continuando ad investire sentimenti autentici in questo sport".

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