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l'intervista

Atletico Morena, Matteo Botti al giro di boa "E' lunga: ci vuole equilibrio e pazienza"

Il centrale e capitano dei biancoblù fa il punto dopo le prime 16 giornate 

12 Gennaio 2024

Atletico Morena, Matteo Botti al giro di boa "E' lunga: ci vuole equilibrio e pazienza"

Matteo Botti, capitano dell'Atletico Morena (Foto ©De Cesaris)

Un girone complicatissimo, che ogni settimana è pronto a regalare ribaltoni e sorprese. Sette squadre in sette punti ed una lotta per il primato che è gioco forza un'extended version del campionato in sé. A chiudere il treno delle candidate c'è l'Atletico Morena che domenica ha strappato 3 punti pesantissimi al Ceccano fuori casa con una prestazione sopra le righe. Dopo il secondo posto della scorsa stagione (alle spalle di un imbattibile Valmontone) al Fabrizi si è continuato a lavorare e con Claudio Fabrizi alla guida e alcuni elementi del nucleo fondante delle precedenti stagioni tra qualche inciampo di troppo i biancazzurri sono ancora lì, a provarci. Matteo Botti, centrale di qualità ed esperienza e, non da poco, con la fascia al braccio, fa il primo punto stagionale in vista del girone di ritorno che l'Atletico inizierà dal match interno con la Virtus Ardea.  

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Avete chiuso il girone d'andata con un successo pesantissimo: la domanda è facile, visto che siete in grado di un impresa del genere, dove e perché avete sbagliato durante le prime 16? "Le domande semplici e dirette a volte sono quelle che ti mettono più in difficoltà! Non saprei dirti con estrema certezza dove siamo mancati in questo girone d’andata, nonostante le chiacchierate, i ragionamenti, le disamine nello spogliatoio siano state molte. La squadra costruita in estate aveva senza dubbio una bella cilindrata, forte e completa in ogni reparto. Eppure nel cammino abbiamo avuto diversi scivoloni, incidenti di percorso, spesso più errori del singolo che di sistema che ci hanno penalizzato in classifica, privandoci della possibilità di trovare un’andatura solida e più costante. Poi l’assenza forzata causa infortunio per qualche mese di un faro come il nostro portiere Di Gennaro ha inciso oltremodo, facendoci disperdere qualche punto pesante per strada.
A nostro merito c’è da dire che un altro gruppo molto probabilmente avrebbe mollato, avrebbe perso fiducia, motivazione e contatto dalle prime in classifica. Invece siamo riusciti a reagire ferocemente in più di un’occasione sfavorevole, abbiamo giocato alcune partite da dentro o fuori e ce le siamo prese, in ultima quella nella bolgia di Arce, nella quale abbiamo dominato un Ceccano che voleva fortemente chiudere il girone da campione d’inverno. Siamo a -7 dalla vetta e c’è tutto un girone per ricucire lo strappo. Poi ci sono gli Ottavi di Coppa. Come mi piace spesso dire, è lunga e l’equilibrio, la stabilità e la pazienza

Siamo a -7 dalla vetta e c’è tutto un girone per ricucire lo strappo. Poi ci sono gli Ottavi di Coppa. Come mi piace spesso dire, è lunga e l’equilibrio, la stabilità e la pazienza sono davvero virtù appannaggio dei forti

sono davvero virtù appannaggio dei forti".

Secondo anno all'Atletico Morena, la squadra è abbastanza cambiata ma ci sono dei punti fermi come te ad esempio: credi che questo possa essere un modello da seguire per rimanere sempre ad alti livelli? "Che la continuità paghi, nella vita, nel lavoro, nello sport, è un mantra al quale fedelmente credo. Non sono un giocatore abituato a cambiare casacca ogni finestra di mercato, a caccia della migliore offerta. E’ una cosa che non mi è mai interessata, neanche quando ero più giovane, quando magari ancora non c’era la stabilità economica che posso avere ora a 35 anni. Mi hanno sempre stuzzicato di più il progetto, la meta da raggiungere e le persone con cui condividere il viaggio. Quindi ti dico di sì. E’ un orgoglio indossare la fascia di capitano, condividere obiettivi ambiziosi e provare a trasmettere il sacrificio che è alla base del solo pensiero di voler vincere a questo gruppo. Perché facile è sbandierare a parole l’intenzione di arrivare davanti, più complicato dimostrarlo concretamente ogni settimana. Siamo ripartiti da una certezza come il tecnico Fabrizi, da un’ossatura che ha fatto grandi cose la scorsa stagione chiudendo al secondo posto. A dicembre qualcuno ci ha lasciato, ma fa parte del gioco. Ed ora sono tornati alla base ragazzi che conoscono bene l’ambiente Morena, i fratelli Lunghi e Nico Federici. Non abbiamo neanche dovuto spiegato loro gli obiettivi che ci siamo dati in agosto, dentro lo spogliatoio… Sono arrivati già sintonizzati sulla nostra frequenza".

Il girone D è senza dubbio il più equilibrato e complesso dei cinque, ormai da anni e tu lo conosci bene. Te lo aspettavi così, c'è qualche realtà che ti ha sorpreso in negativo o in positivo? "In questa stagione sono state fatte davvero le cose per bene, lo hanno addirittura reso più competitivo ad una settimana dallo start (sorride, ndr). Per tradizione in questo raggruppamento non è mai facile spuntarla. E’ comunque molto stimolante, in 7 punti ci sono 7 squadre che possono dir la loro, ognuna con le proprie caratteristiche e le proprie carte da giocare. Posso dirti che il Paliano mi ha fatto una buonissima impressione, ma non è stata per me una sorpresa. Prima dell’avvio di campionato ne parlavamo con il tecnico Francesco Russo, avevano già un ottimo gruppo la scorsa stagione, che hanno puntellato con innesti interessanti. Sicuramente i biancorossi saranno lì a giocarsela fino alla fine. Mi è piaciuto anche il Casal Barriera, in seconda battuta. E per il fattore casa difficile non inserire nel lotto delle pretendenti anche il Ceccano".

In questa stagione sono state fatte davvero le cose per bene, lo hanno addirittura reso più competitivo ad una settimana dallo start

Se per arrivare primi è molto complicata, c'è ancora la Coppa in ballo: cosa servirà per arrivare in fondo? "Molto complicato e molto stimolante. La rincorsa logora chi non ha piena consapevolezza della propria forza. A noi questa consapevolezza non manca. Siamo ancora sott’acqua, ma manca poco per riemergere. Fare un filotto di risultati importanti in questo girone non è per niente semplice, ma se ci riesci ti permette di ricucire il gap, perché sono tante le gare insidiose in cui si possono lasciare punti. La Coppa è un nostro obiettivo e quest’anno è una mia ossessione dichiarata. Non l’ho mai vinta, l’ho sfiorata quando ero a Vicovaro. Alzarla mi manca. Affronteremo tra una settimana una squadra preparata come la Morandi, ci giocheremo le nostre chances, abbiamo grandi motivazioni. Andare avanti in Coppa qualcosina ti toglie a livello di energie e dispendio fisico, ma sono dell’idea che sono maggiori i benefici che genera. Sul piano emotivo e dell’autostima ti regala un boost importante. E poi la rosa è di qualità e strutturata per il doppio impegno, ogni domenica vanno in panchina ragazzi che hanno poco da invidiare a quelli che scendono in campo.Ma prima il campionato, c’è un altro step da completare, tre punti da mettersi in tasca contro una Virtus Ardea a caccia di punti salvezza. Siamo in missione, a caccia di chi ci precede. Abbiamo la volontà, la determinazione, ma soprattutto la fame di andarle a prendere, una a una".

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