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Ronciglione United, il "sesto incomodo". Di Stefano ed i suoi senza pensieri

E' senza dubbio già positiva la stagione del Ronciglione United, tornato in Promozione dopo un solo anno di purgatorio in Prima Categoria. Quello del club rossonero è un nome nobile del calcio laziale, per anni ha lottato in questa categoria per conquistare l'Eccellenza, poi qualcosa non è andato come avrebbe dovuto e, sulla falsa riga di una difficoltà del calcio viterbese nel riuscire ad emergere con forza, ha pagato il suo scotto e si è ripresentato quasi con i fasti di un tempo. Il bilancio, con nove turni ancora da giocare, è presto fatto. Attualmente i rossoneri hanno sei punti di vantaggio sulla zona play out, ma quel che conforta e dà un senso diverso alla rimanente parte di campionato sono i pochi punti che le eventuali concorrenti play out stanno racimolando ed hanno racimolato, dando la quasi certezza di non doverlo disputare comunque vada. Anche se ci fosse, quindi, un repentino cambio del trend. Un cammino costruito riuscendo ad intercettare il "sì" di qualche nome blasonato, su tutti Gianluca Toscano Vincenzo Lupo, ma anche di giocatori che hanno già dimostrato di poter far bene in questa categoria e che possono ancora far meglio, come Valerio Cuscianna, insieme ad un bel numero di giovani, come Rizzo, che domenica ha firmato il successo contro il Santa Marinella. Una vittoria che ha confermato l'ottimo lavoro del Ronciglione e che le ha ormai definitivamente consegnato il ruolo di mina vagante del campionato. "Abbiamo fatto un'ottima prestazione, anzi una grande prestazione - commenta Alessio Di Stefano, tecnico ronciglionese e punto fermo del progetto - abbiamo preparato benissimo la partita in tutte le fasi di gioco. Abbiamo lavorato benissimo in settimana e riportato il tutto sul campo. Potevamo anche vincere con un risultato più ampio". Commento che non nasconde l'entusiasmo per aver battuto una grande del girone A che occupa la posizione immediatamente superiore dei rossoneri. Da qui in avanti, dunque, il Ronciglione sarà la variabile impazzita del campionato, perché potrà giocare con meno (o poca) pressione addosso rispetto a diversi avversari che affronterà e che avranno invece l'obbligo e l'onere di trovare punti per i rispettivi obiettivi. 

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