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Istituto Giapponese: dove sport e cultura fanno squadra

Grazie all'idea di Maria Cristina Gasperini in sinergia con l'agente Kodai Nakai, la struttura diretta da Junichi Shimizu e Yurina Tsurui vuole toccare nuovi ambiti come quello calcistico. Un confronto prezioso con un mondo dal quale possiamo apprendere tanto. Le interviste a Wataru Yamazato, Kazuki Shima e Jin Maeyama

12 Marzo 2024

Istituto Giapponese: dove sport e cultura fanno squadra

In ordine: Yamazato, Shima e Maeyama, sullo sfondo a destra Kodai Nakai (Foto ©Torrisi)

Kazuki Shima, Atletico Vescovio "Amo il vostro calcio, mi ispiro a Kagawa"

Arrivato in Italia nell’estate del 2022, Kazuki Shima (in foto ©Torrisi) è al secondo anno tra le fila dell’Atletico Vescovio agli ordini di mister Testardi. Nel corso della prima stagione in biancorosso, il centrocampista nipponico ha collezionato 14 presenze, condite da un assist ed un gol decisivo nella vittoria di misura contro lo Zena. Una gioia che il classe 2000 ha già assaporato anche quest’anno, lo scorso 4 febbraio, mettendo la propria firma sul 2 a 0 ai danni della Vis Subiaco. In Giappone ha vestito le maglie di Takigawa II FC e YSC Amagasaki prima di stravolgere la sua vita con il trasferimento a Roma. Una scelta certamente difficile di cui però Kazuki non si è pentito: "Ho sempre avuto una grande ammirazione per questo paese, sono venuto qui per giocare a calcio e mi piace tantissimo il campionato italiano. Rispetto alla J.League ci sono giocatori di grandissima qualità ed anche l’intensità è maggiore. Un altro aspetto che mi ha colpito molto è la passione dei tifosi che vivono per questo sport. La differenza maggiore nel modo di approcciarsi al calcio è di natura tattica, qui magari si esaltano di più le individualità mentre in Giappone si pensa tanto al collettivo". Come accade spesso, Kazuki si è innamorato di questo sport sin da piccolo ed ha iniziato a giocare ispirandosi ad uno dei più grandi talenti del calcio nipponico: "Il mio idolo indiscusso è Shinji Kagawa. All’epoca, quando ho iniziato, era al Cerezo Osaka, dov’è tornato quest’anno, ma è stato anche in club importantissimi come Borussia Dortmund e Manchester United. Mi è capitato tante volte di vederlo dal vivo, quando da piccolo andavo allo stadio, ed è sempre stato un centrocampista straordinario. Tra i giocatori italiani, quello che mi piace di più è Barella e per questo simpatizzo per l’Inter. In campionato sta andando fortissimo, spero possa confermarsi anche in Champions League". Aldilà dell’esperienza che sta vivendo a livello calcistico, Kazuki sta scoprendo un mondo completamente diverso da quello in cui è cresciuto: "Gli italiani sono molto più socievoli, basta uscire di casa per fare amicizia ed è una cosa bellissima. Rispetto a noi, però, sono anche più schietti, a volte anche troppo duri, e questo è un aspetto a cui mi sono dovuto abituare".

Intervista a cura di Adriano Berruti

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