l'intervista
Tarquinia, Coluccio e la salvezza "Le emozioni mi hanno travolto"
Anima, cuore e amicizia. Nella salvezza del Tarquinia c’è ovviamente anche la professionalità ma, le virtù trascritte in apertura, nel caso del coeso gruppo etrusco, hanno fatto la differenza. E, sono forse le componenti migliori quelle che, nascono, perdurano e vengono protette da chi, ha tanta materia grigia nel cervello; in un mondo di persone subdole, invidiose, perverse per certi aspetti, è un vanto anche eventualmente da ostentare; il Tarquinia, ad esempio può e deve farlo. “Quest’annata -racconta il presidente del Tarquinia Massimiliano Coluccio- mi ha segnato. Al termine del play out vinto col Città di Cerveteri, a cui auguro una pronta risalita in Promozione, non sono riuscito a trattenere quella valanga di emozioni che, mi ha letteralmente travolto”. In effetti, l’impresa compiuta dal Tarquinia ha del sensazionale; ripescata, dopo il play out perso col Canale Monterano, si è ritrovato al cospetto di un nuovo spareggio, stavolta lontano dal Bonelli, contro un team, proveniente dall’Eccellenza, con lecite ambizioni iniziali, d’alta classifica. “Nessuno o pochi, pensavano potesse finire così. Il nostro campionato è stato dignitoso, sofferto, in una parola: complesso. Lo avevamo preventivato, era nelle carte. Siamo stati bravi a non abbatterci definitivamente mai, rilanciando i nostri buoni propositi grazie anche ad una campagna di rafforzamento natalizia che, si è rilevata determinante per centrare poi l’obiettivo finale”. Confermare Fabrizio Ercolani dopo ripetuti risultati negativi, è stata una mossa che, patron Coluccio, ha attuato con grande responsabilità, nei confronti prima di se stesso. “I fatti dicevano che avrei dovuto sollevare Fabrizio (Ercolani ndr) dal suo incarico. Ma io sono un romantico in fondo, talvolta mi piace ascoltare solo le mie sensazioni e, devo dire che, stavolta ho fatto davvero bene. Ercolani non era un problema per noi, non lo è mai stato. Era in difficoltà ma in fondo, lo eravamo tutti. Lo spirito di abnegazione mostrato dalla squadra al Galli di Cerveteri, testimonia che, è importante, nella vita, porsi delle domande quando le cose non vanno per il verso giusto e, al contempo, trovare soluzioni migliorative, senza necessariamente stravolgere, un’idea di base, condivisa in fase di programmazione”. Protagonista, lo è stato anche il direttore sportivo Paolo Di Martino. “Parliamo di un professionista. La sua estrema competenza della materia calcistica, lo pone tra i migliori interpreti nel suo ruolo. Fare mercato per il Tarquinia è difficile perché, logisticamente, siamo in una posizione di assoluto svantaggio, rispetto alle compagini romane e, a quelle che, da Civitavecchia ad esempio, si dipanano geograficamente, verso le città Eterna. Nonostante tutto, siamo riusciti a creare un gruppo con buoni valori tecnici e, notevoli doti umani; c’è molto di Paolo, in questo”. Smaltita l’euforica sbornia derivante dalla salvezza, da dove ripartirà il Tarquinia ? “Dai nostri straordinari giovani innanzitutto -conclude Massimiliano Coluccio- poiché da loro ho imparato tanto; sono stati il nostro motore pulsante. Il Tarquinia 2024/2025 sarà una squadra solare, che rispecchia i nostri autentici valori. Certo, quello di quest’anno, è un gruppo che, comunque, rimarrà nella storia per quello che ha dato, in maniera cavalleresca, alla difficile causa. L’idea è creare un qualcosa di molto simile, tentando al contempo, di vivere una stagione meno travagliata; sarebbe, per quanto mi riguarda, il massimo”.