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l'intervista

Mattia Recchi, un giovane ds: gli anni a Monterotondo ed un futuro da scrivere

Lasciato il progetto eretino, a 28 anni ha voglia di misurarsi con nuove esperienze per proseguire la sua crescita

12 Giugno 2025

Mattia Recchi, un giovane ds: gli anni a Monterotondo ed un futuro da scrivere

Mattia Recchi, ex direttore sportivo del Monterotondo

La scelta di salutare: le motivazioni nascono da lontano

"Dopo aver salutato Monterotondo ho voluto tenere per me diverse cose. Ora che la stagione è terminata penso sia più opportuno raccontare la mia versione dei fatti"

"La società ora parla di bocciatura del progetto tecnico, ma i risultati del nostro lavoro in due anni sono stati 43 vittorie, 11 pareggi e 4 sconfitte, con una media di 2.4 punti per partita: lo definirei un lavoro egregio. E anche quest’anno ciò che era stato costruito in sede di mercato estivo, aveva portato sotto la guida di mister Laurentini al primo posto in classifica. Quindi non parlerei di bocciatura del progetto tecnico, credo che invece sia venuto meno tutto il resto. C’era un progetto e una strategia, nel momento in cui nonostante questi risultati, è venuta a mancare la fiducia per portarlo avanti, ho deciso di fare un passo indietro".

Un percorso nato in Prima Categoria "Ed ho avuto il piacere di collaborare con Alessio Zitelli. Una stagione ricca di soddisfazioni, che tutte le vicende legate ad Attilio Gregori hanno reso un po' singolare: avere in panchina un tecnico che ha 23 giornate di squalifica addosso e poi successivamente viene punito con un DASPO, rende tutto più difficile. Vivemmo un situazione un po' borderline nella partita contro il Fiamignano quando poi lui venne fermato in quel modo: una sfida di Prima Categoria con così tante forze dell'ordine (frutto dei problemi nel match di andata ndr). L'orientamento fu inizialmente quello di una sostituzione, ma poi scegliemmo di proseguire nonostante il mister non potesse andare in panchina dando priorità all'aspetto tecnico. Un grande supporto ce lo diede il secondo, Matrone, e molto merito di quel campionato va poi ai calciatori di grande esperienza come Piccheri Federici che hanno di fatto preso in mano il gruppo. Una scelta che si è comunque rivelata vincente". 

Gregori è stato poi confermato anche in promozione, prima di venir sostituito a stagione in corso... "La scelta venne fatta in vista della partita contro il Fiano Romano, che era uno scontro diretto. Per come la vedo io confermarlo è stato un errore. Una scelta non condivisa che ha creato senza dubbio delle frizioni. L'obiettivo era chiaro, quello di compiere il doppio salto, ma con un tecnico che non può andare in panchina, tutto diventa molto complesso. Per questo, infatti, inizialmente la società si è adoperata per far seguire le gare in diretta streaming in modo che potesse comunque seguire la squadra. In pratica dirigeva le partite da un ufficio: una situazione abbastanza paradossale. Io penso che non ci sia mai stata una totale percezione della gravità di quanto accaduto a Gregori e che dal canto dell'allenatore la sua conferma sia stata vista non come un moto di gratitudine, ma qualcosa di dovuto. Il curriculum di Gregori non si discute, però a volte la poca lucidità nella gestione di alcune situazioni lo ha portato agli effetti che tutti conosciamo. Dopo un confronto, arriva la scelta di esonerarlo, e a lui subentra Di Loreto. Ha preso in mano la squadra in un momento davvero complesso, ma poi è riuscito a chiudere a -1 dal Rieti, ovvero la stessa situazione in cui l'aveva trovata. A guardarla con maggiore attenzione, Di Loreto a parità di calendario ha conquistato più punti, e con il secondo posto finale ha confermato che il progetto creato due anni prima era valido. Progetto in cui hanno collaborato tante persone". 

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