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l'intervista

Mattia Recchi, un giovane ds: gli anni a Monterotondo ed un futuro da scrivere

Lasciato il progetto eretino, a 28 anni ha voglia di misurarsi con nuove esperienze per proseguire la sua crescita

12 Giugno 2025

Mattia Recchi, un giovane ds: gli anni a Monterotondo ed un futuro da scrivere

Mattia Recchi, ex direttore sportivo del Monterotondo

Un'estate paradossale, Laurentini e i saluti

Grazie a quel secondo posto il Monterotondo rimane aggrappato fino a pochi giorni dall'inizio del campionato all'ipotesi di un ripescaggio in Eccellenza, tanto è vero che la prima giornata contro il Casal Barriera, uno scontro diretto vero e proprio, verrà poi recuperata il 16 ottobre

"Abbiamo lavorato non sapendo con certezza in quale categoria ci saremmo ritrovato a giocare, con tutte le difficoltà che questo comporta nella ricerca dei giocatori cui non sai dare una risposta sicura sul futuro. Creare una squadra che possa vincere in Promozione o salvarsi/fare bene in Eccellenza è un lavoro ben diverso, non sono sovrapponibili. La scelta sul tecnico è ricaduta su Laurentini un allenatore che aveva dimostrato di saper lavorare con i giovani e quindi le scelte poi sono andate su quel tipo di elementi e su giocatori di gamba, compatibilmente con le risorse a disposizione. Ad inizio campionato, però, sono sorti i primi conflitti e mi sono accorto che qualcosa stava cambiando, che mancasse un po' di coesione tra tutte le parti e che non avrei potuto gestire come avrei voluto le situazioni. Da qui la scelta di dare le dimissioni. Sulla costruzione della squadra, quindi, si può dire che il lavoro fatto sia stato giusto o sbagliato, un dibattito lo posso accettare senza problemi, ma vanno anche valutate tutte le difficoltà incontrate nell'assemblarla. Ed il bello è che quando Laurentini poi lascia (è infatti Baiocco a chiudere la stagione, ndr) è primo in classifica. Per questo non ho apprezzato molto il messaggio fatto passare in quel comunicato". 

Sorpassato Monterotondo cosa vedi nel tuo futuro? "Quest'anno ho preso l'abilitazione e quindi se dovesse esserci l'opportunità di qualcosa di interessante la prenderei come uno step ulteriore per la mia crescita. Ho iniziato questo percorso se vogliamo in maniera anomale, a 25 anni. Ora ne ho 28 e non mi manca l'ambizione. Se ci fosse un progetto in cui crescere ancora lo accoglierei volentieri". 

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