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L'intervista
13 Giugno 2025
Daniele Ugolini in maglia Indomita Pomezia (©Cassoni)
L'amore per il campo
Di solito quando si è bambini si pensa subito a far gol, tu sei stato un grande difensore, come è nata la tua carriera?
"In realtà anche io proprio agli inizi giocavo più avanzato, come esterno offensivo. Poi mister Giorgio Campisano, con cui oggi ho ancora un rapporto stupendo, ha scelto di farmi giocare difensore. Senza dubbio ha notato le mie caratteristiche fisiche ed ha preso in considerazione questa opzione. Ormai tutti i ragazzi, anche attraverso quello che arriva dai social, pensano solamente ad emulare giocatori come Messi, Ronaldo ed in ultimo Yamal. C'è la voglia di sentirsi un po' come loro e quindi credo diventi sempre più complicato insegnare un ruolo diverso come quello del difensore, anche se l'Italia è da sempre una grande scuola in questo. Poi magari chi finirà a fare il difensore lo farà anche riscontrando le proprie caratteristiche tecniche. A me per esempio è sempre piaciuto il contatto fisico, è una qualità che ho sempre avuto. Mi auguro che anche in tanti giovani questo tipo di approccio possa rimanere ben presente".
Avevi un idolo in tal senso?
"Ho sempre ammirato Sergio Ramos. Non tanto per le qualità tecniche che ha dimostrato, a soprattutto per il temperamento che metteva in campo. Vederlo giocare era sempre spettacolare per quanto fosse un difensore. In Italia ho invece sempre apprezzato Bonucci, nel suo periodo alla Juventus. Una personalità impressionante. Non voglio scomodare poi mostri sacri come Maldini, perché quando giocava ero troppo piccolo, però ho avuto la fortuna di godermi questi due mostri sacri da spettatore".
Una carriera con tante squadre e tanti trofei, come ad esempio all'Unipomezia...
"Sono stati due anni molto intensi. Riuscimmo a vincere la Coppa Italia all'interno di una stagione in cui la squadra, nonostante avesse giocatori di grandissimo livello, non riuscì ad arrivare nelle zone alte della classifica. Fu un bel premio per tutto il gruppo, fatto da uno spogliatoio davvero importante: Morelli, Lupi, Santi, Morici e Casciotti, ad esempio. Se vediamo sono tutti ragazzi che, vista la loro attitudine, sono ancora all'interno del mondo del calcio. In particolare sono felice per quello che ha ottenuto Andrea (Casciotti, ndr). In questi due anni come allenatore ha dimostrato di avere grandissime qualità e nell'ultima stagione lo ha fatto in maniera ancora più forte andando a vincere sia il campionato che la Supercoppa ed arrivando in semifinale contro il Montespaccato. L'anno successivo poi ho conosciuto anche Delgado, che ora come me, proprio all'Unipomezia, farà il direttore sportivo".
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