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Standing Ovation: Roberto Silvestri, una vita a Monte San Giovanni Campano
Il capitano gialloblù saluta il calcio giocato e pensa soltanto alla vita privata
A Monte San Giovanni Campano c'è un caso piuttosto singolare, viste le dimensioni nel borgo che sorge appena a mezz'ora di strada da Frosinone risiedono poco meno di 12mila abitanti ma ci sono (o ci sono state) tre squadre di calcio. Numeri impensabili se li mettiamo in scala con i grandi centri, nei quali a volte la moltitudine non riesce a produrre nulla di buono nonostante gli investimenti. In questo piccolo centro, invece, il calcio è un po' come l'aria che serve a respirare e regala emozioni, scontri, confronti ogni settimana che passa, con delle rivalità e delle identità ben definite. Roberto Silvestri di questa realtà ne è un esempio più che veritiero, probabilmente unico nel suo genere se non andiamo a scomodare antichi fogli di giornale. Ha avuto l'onere e l'onore di giocare con tutte e tre le realtà cittadine, in realtà quattro dato che il La Lucca con il quale ha poi conquistato l'Eccellenza confluì all'interno di un'unica società che diede poi vita al Monte San Giovanni Campano che da qualche stagione ha davanti a sé il prefisso Città, quasi a ribadirne l'autorevolezza e la preminenza a livello territoriale. Quella gialloblù è l'ultima società con cui ha giocato fino a poche settimane fa, indossando la fascia di capitano e, in realtà, facendo un passo indietro dopo un primo addio. A richiamarlo nell'agone Angelo Bottoni, figura per lui di grandissimo riferimento tant'è che lo ha avuto anche nell'esperienza con l'Anitrella. L'altra squadra è quella che definiamo il Colli, che nel corso del tempo ha assunto la denominazione Dinamo o Principato. Chiuso con il campo, questa volta Roberto Silvestri ha detto basta, definitivamente, anche se il richiamo è ancora forte ma lui ha trovato un modo tutto suo per poterlo allontanare.Intervista nell'edizione di lunedì 16 giugno, disponibile anche nella nostra edicola digitale