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L'intervista
20 Giugno 2025
Flavio Porcari
Grazie mister
Quali sono gli allenatori che nel corso degli anni ti hanno dato quel qualcosa in più?
"Devo molto a delle figure storiche come Neno Cesarini e proprio Massimo Bindi, ma se devo indicare due allenatori che mi hanno permesso di fare un vero e proprio salto di qualità dico sicuramente Flavio Catanzani ed Aldo Panicci. Quando ho iniziato a lavorare con il primo, con cui poi ho vinto il campionato di Promozione, venivo da un infortunio abbastanza importante al crociato. Ha avuto l'intuizione di spostarmi da esterno a mezzala. Un ruolo che poi ho avuto anche in Eccellenza nei due anni in cui ci abbiamo giocato conquistando sempre intorno ai 50 punti".
E Panicci invece, che dalle tue parti è un po' come un totem...
"La prima volta che lo incontrai al Lido dei Pini mi disse 'Io non ti volevo, mi stai antipatico' (ride ndr) Non criticava quindi me come calciatore, ed infatti poi se pensiamo a come si è sviluppato il nostro rapporto tant'è che alcuni mi etichettavano come suo figlio, possiamo dire che abbiamo legato molto. Per lui ho fatto di tutto, giocando anche con un crociato lesionato nella stagione in cui con la gestione Tosoni abbiamo conquistato di nuovo l'Eccellenza".
Quale sarà la prima cosa che dirai al tuo primo allenamento con i più piccoli?
"Non mi voglio impostare nulla, quello che voglio fare è capire da subito di cosa avranno bisogno loro. Essendo però molto piccoli il primo consiglio sarà quello di divertirsi e vedere il calcio essenzialmente come un gioco, nient'altro. Poi con il divertimento insieme alla dedizione potranno ottenere anche i risultati che sognano".
Hai dei ringraziamenti da fare?
"Sono tutti concentrati sulla mia famiglia. A mio padre, mia madre e mio fratello che nei primi anni delle giovanili hanno fatto tanti sacrifici per potermi permettere di giocare sempre nella zona di Roma e non soltanto su quella di Anzio e Nettuno. E poi a mia moglie e mia figlia, che mi hanno supportato e sopportato fino all'ultima partita. Un playout, non lo avevo mai giocato...".
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