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L'intervista

Standing ovation: intervista integrale a Roberto Silvestri

Uomo simbolo del Monte San Giovanni Campano, ha anche accettato di tornare in campo dopo il primo ritiro

20 Giugno 2025

Standing ovation: intervista integrale a Roberto Silvestri

Roberto Silvestri (©GazReg)

Calcio a tutto tondo

Quando è che tutto è iniziato?

"Con il La Lucca, che poi tramite fusione divenne Monte San Giovanni Campano. Un'emozione grandissima quella di arrivare in Eccellenza con la squadra della propria città. Poi, sono passato all'Anitrella facendo tutta la trafila e vincendo campionati. Anche qui Angelo Bottoni come tecnico è stato determinante. Io penso che sia uno dei tecnici più preparati della categoria, un allenatore che non cerca di sorprendere ma che si basa sulle cose semplici".

Che differenze ci sono tra le varie società della città?

"Ognuna ha le sue peculiarità. Sicuramente l'Anitrella è quella che vive con più passione il tutto, a partire dal presidente Traversari a tutto l'ambiente che circonda la squadra, che ha un gruppo di tifosi al seguito con pochi eguali. Lo stesso presidente è sempre in prima linea come tifoso della sua squadra, non è semplicemente un gestore. Hanno la fortuna di avere un loro campo e questo non fa altro che rafforzare il rapporto tra la società ed il pubblico. Mi ricordo che al bar quando i tifosi ti incontravano ti salutavano e volevano parlare con te come fossi un professionista. Un ambiente che ti spinge a dare il massimo. Altro elemento importante, come passione e competenza, per l'Anitrella è senza dubbio Massimo Caldaroni, che è quello che mi ha portato ad entrare in contatto con loro. Una società che magari sotto il punto di vista dei "benefit" non è tra le prime, ma senza dubbio ti regala tantissimo dal lato umano, per come ti fa vivere questo mondo". Per quanto riguarda il Monte San Giovanni Campano, invece, devo dire che la dirigenza è un po' più distaccata ed il fatto di non giocare in città ha il suo peso. A Monte San Giovanni Campano c'è un campo, ma ormai da anni la squadra gioca a Casamari e quindi, in qualche modo, ci si sente sempre un po' ospiti e meno attaccati alla squadra. Quando sono arrivato qui, da Roma dopo le esperienze con la maglia del Frosinone, ho incontrato la famiglia Zoffranieri che ha sempre rispettato gli impegni presi. Tra l'altro colgo l'occasione per ricordare Generoso, che ci ha lasciato da poco. Credo quanto fatto in questa città sia comunque straordinario, visto che a livello logistico e di settore giovanile si può davvero poco".

Tanti anni in campo, chi è che ti ha maggiormente sorpreso?

"Ho avuto la fortuna di giocare con diversi protagonisti che per questa categoria sono un vero lusso e che stanno continuando anche ad avere buoni risultati sempre all'interno del mondo del calcio, seppur fuori dal campo. Penso ad un giocatore come Loreto Macciocca, senza dimenticare Dei, Fumagalli, Terra. Nell'ultima annata poi si è ritirato a 41 anni Alessio Carlini, sul quale mi voglio soffermare visto che è l'ultimo con cui sono sceso in campo. E' arrivato a dicembre e con lui da quel momento la nostra stagione è cambiata e ci ha portato alla salvezza diretta,  segnando 10-11 gol che si sono poi rivelati fondamentali. Un giocatore straordinario che adesso ha intrapreso la carriera di allenatore con i più piccoli. Sono sicuro che farà bene".

Bene come Roberto Silvestri in campo, un uomo simbolo per un'intera città e che con questa ha fatto, calcisticamente, i conti per tanti anni. E' giunto il momento di lasciarla, idealmente, di uscire dallo spogliatoio e non fare più rientro in campo. Una scelta di vita ben precisa dopo tante soddisfazioni.

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