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Paolo Albano e le variabili del destino: domenica c'è già il ritorno a casa

Michele Del Fine

Seconda di campionato per il tecnico dell'Ostiantica che con i suoi dovrà reagire al Tortolano al ko maturato con l'Ariccia

La vita è fatta di variabili, capaci di stravolgere completamente la nostra esistenza da un momento all'altro. Una qualsiasi azione comporta una conseguenza, giusta o sbagliata, buona o cattiva, facile o complicata. Tutto questo però ha, da sempre, un solo ed unico risultato: il destino. Già, perché noi essere umani, nella nostra complessità, siamo in grado di controllare quasi tutto, meno che il fato, talvolta ponderato ma, molto spesso, beffardo. E al protagonista di questa storia, la vita (calcisticamente parlando) ha riservato una circostanza che si pone esattamente a metà delle due cose.



Lo sa bene Paolo Albano, divenuto da poco allenatore dell'Ostiantica squadra in questi anni guidata da Alberto Cerrai, il quale ha deciso di prendere in mano le redini dell'area tecnica, affidando la panchina ad un uomo prima che professionista. Già, perché Albano è uno di quegli allenatori che antepone il fattore umano, facendo trasparire la propria umiltà e, allo stesso tempo, la propria professionalità. Molto spesso, indicando chi primeggia nel calcio di periferia, l'etichetta del "professionista tra i dilettanti" potrebbe considerarsi mera retorica; nel suo caso la definizione calza a pennello.


Al Borghetto Albano subentra in corsa per la prima volta sulla panchina della Pescatori Ostia, compagine all'epoca che lottava per cercare di emergere definitivamente e, semplicemente con le proprie intuizioni, riesce a dare vita ad una macchina capace di toccare ciò che sembrava utopia: l'Eccellenza.

C'è di mezzo il suo zampino? Sicuramente, ma lui non si prenderà mai tutti i meriti. A lui non piacciono i riflettori, odia darsi delle arie, non è nella sua indole, tutt'altro. Ed è proprio per questo che, durante la scorsa stagione, decide di lasciare andare quel giocattolo che aveva messo in piedi, nel quale forse ci si rispecchiava. L'ha fatto per amore, perché in quel momento era la cosa migliore da fare, seppur con il cuore pesante. Dopo mesi di inattività, in cui ha continuato a studiare e ad aggiornarsi, ecco un'altra occasione, poco lontana dal luogo che era come una seconda casa.



All'Aldobrandini Albano avrà modo di mettere la sua impronta, di ricominciare da zero. Ma, quel destino citato in precedenza, ha deciso immediatamente di metterlo alla prova, facendolo ritornare lì, al Borghetto, oggi quasi irriconoscibile visto il nuovo manto in erba sintentica che ha sostituito la terra battuta, vero e proprio segno particolare dell'impianto.

Potremmo anche creare una sorta di affinità tra le due cose, ma non è questo il momento. Sta di fatto che in quel campo, rivedrà amici, compagni e colleghi, pronti sicuramente a riabbracciarlo. Ci sono del tutto sconosciute, al momento, le sue sensazioni ma proviamo ad immaginarle. Una cosa è certa: neanche la migliore delle scenografie sarebbe stata perfetta quanto questa.

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