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Focus
24 Gennaio 2019
Aurelio De Laurentiis
Gli americani devono avere un concetto tutto loro di eccellenze italiane: prima la Ferragni ad Harvard, ora De Laurentiis al New York Times. Purtroppo Leone Di Lernia ci ha lasciato da qualche anno, altrimenti ce lo saremmo aspettati come ospite d’onore ai Grammy. Comunque: qualche giorno fa, uno dei più importanti quotidiani del mondo, ha deciso di ritagliare una piccola intervista al patron napoletano. Risultato? Le solite idee folli di De Laurentiis. Tipo portare il Napoli a giocare in un altro campionato oppure fondare una Super Lega europea riservata ai club più importanti. Ma come? Uno dei motti più ricorrenti di questo sport non è: “Il calcio è di tutti?”. No, evidentemente. De Laurentiis, comunque, non sarebbe più soddisfatto dal poter fare il padre-padrone a casa sua. Ora vorrebbe imporsi anche sugli altri. In che modo? Dando lezioni di vita, più che di imprenditoria. “Il Frosinone? – ha risposto ai giornalisti del New York Times – ma che ci fa in Serie A? Club così non attirano fan, né interessi, né emittenti nel campionato. Arrivano, non cercano di competere e tornano indietro. Se non possono competere, se finiscono per ultimi, dovrebbero pagare una multa”.
La replica del Frosinone Signori non si diventa, si nasce. Lo testimonia la risposta di Maurizio Stirpe che punto nel vivo ha colpito. Ma con grande eleganza: “Mi sembrano dichiarazioni di una persona che ha la sindrome di Napoleone - le sue parole a Tuttomercatoweb - Nella vita ancora prima che nel calcio serve rispetto e io qua non ne vedo. Io i soldi nel calcio li ho sempre investiti, con quelli che ho ricavato dai diritti tv ci ho costruito uno stadio nuovo. Cosa che De Laurentiis non mi sembra abbia ancora fatto”. Chapeau.
Aurelio, calmati Sorpresi? Noi neanche un po’. Lo abbiamo già accennato in precedenza: uscite del genere non sono nuove per De Laurentiis. Ora, però, è tempo di dire basta. Così come si era fatto anni fa con Lotito, anche lui contro la presenza di piccoli club in Serie A: “Se me porti su il Carpi, se me porti squadre che non valgono un c... noi tra due o tre anni non c'abbiamo più una lira. Se c'abbiamo il Latina, chi li compra i diritti?”.
Se permettete rispondiamo noi. A Lotito e De Laurentiis. Che ci fa il Frosinone in Serie A? Porta il futuro. I soldi guadagnati da Stirpe in questi anni, i ricavati dei tanto invocati diritti Tv, sono stati reinvestiti in strutture. I leoni, infatti, possono vantare un impianto nuovissimo e all’avanguardia, costato 20 milioni di euro. Una cittadina da 46.000 anime, possiede uno stadio da 16.000 posti dei quali 14.000 riempiti di media per ogni incontro casalingo. De Laurentiis come risponde? Litigando con Maurizio Sarri, uno dei tecnici tra i più importanti del momento e pagando a peso d’oro un grandissimo come Carlo Ancelotti. Risultato? Il solito: non si vince niente. E non si arriva nemmeno lontano in Champions League. La tanto bistrattata Roma di Eusebio Di Francesco ha raggiunto la semifinale, ad esempio, nonostante quello che per tanti è un trading inutile e fastidioso. Vogliamo parlare del San Paolo? Diremmo di no. Uno dei campi più fatiscenti d’Europa, senza nemmeno un maxi schermo e tra gli impianti in cui si vede peggio la partita. Probabilmente il primo in Italia in questa triste classifica.
Spesso bisognerebbe evitare di fare i fenomeni e provare a portare rispetto agli altri. Anche se in classifica ci dividono decine di punti. Facciamo nostre le dichiarazioni finali di Stirpe, quasi un mantra per chi ama il calcio nel 2019: “Nelle parole di De Laurentiis vedo solo una mancanza di rispetto da parte di gente cafona. E poi mi permetto di dire che non voglio neanche accettare consigli da chi non ha vinto praticamente niente negli ultimi anni". Gioco, partita, incontro.
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