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Coppa Italia
30 Gennaio 2019
Edin Dzeko, disperato ed espulso
Credeteci: mettersi davanti al computer e a commentare partite del genere è una delle cose più difficili che esistano. Non importano i colori che ti porti dentro da quando sei bambino o la professione che ti impone, innanzitutto, una grossa dose di obiettività. Sarebbe complicato per chiunque. Ma poi ti viene da pensare alle centinaia di tifosi romanisti che, durante un giorno feriale e quindi di lavoro, hanno deciso di raggiungere Firenze per sostenere la squadra. Fregandosene dei chilometri, del freddo, della pioggia, del tempo rubato alle famiglie e agli amici. Forse anche dei soldi persi. E allora tutto il resto passa in secondo piano. Per cui proviamoci. Tutti insieme. Forse il dolore sarà un po’ meno.
Bestie nere fantastiche e dove trovarle Era già difficile dopo il pari beffa di Bergamo. Lo diventa ancora di più oggi, quando non solo sei costretto a lasciare il “Franchi” salutando uno degli obiettivi stagionali, cioè la Coppa Italia, ma lo fai portandoti a casa anche sette reti. A una. Roba che ci vorrebbero due treni: uno che si carica la squadra e l’altro che si porta via il passivo.
La Fiorentina e un 7-1. Mostri già visti eh? La Viola sono anni che si diverte con De Rossi e compagni. Nel 2015, con una doppietta di Mario Gomez, eliminò i giallorossi di Garcia proprio ai quarti di Coppa Italia e per di più all’Olimpico. Lo scorso anno, invece, prima del famoso Roma-Barcellona (che a questo non sappiamo più se esaltare o maledire) le bastarono 45 minuti e due gol per prendersi i tre punti. Oggi ha fatto di più: ha girato un episodio di The Walking Dead riportando alla luce mostri sepolti da anni. Ovvero le due gare di Champions contro Manchester United (2007) e Bayern Monaco (2014). Solo che il virus che ti trasforma in zombie, ce lo avevano nel sangue i giocatori della Roma. Che infatti giravano per il campo senza uno scopo, una dimensione. Quattordici uomini (undici più i tre cambi) privati anche della più minima forma di discernimento.
Cronaca veloce Parlare di chi ha segnato, passato, tirato, di chi ha fatto male la diagonale o sbagliato marcatura lascia un po’ il tempo che trova. Quando una squadra subisce sette reti, non si può trovare un unico colpevole. Ecco magari non c’è piaciuto l’atteggiamento di Dzeko (perché così nervoso?) o l’applauso ironico di Kolarov a fine partita, sotto il settore dei tifosi giallorossi giustamente contrariati, scontento degli insulti che stava ricevendo. Vi basti sapere che Chiesa ha fatto tripletta, Simeone doppietta che hanno segnato anche Muriel e Benassi e che il punto della bandiera della Roma lo ha piazzato proprio il terzino serbo. Nulla di più. Inutile discutere della formazione iniziale, degli infortuni o dei cambi. Per l’ennesima volta si lascia la Coppa Italia troppo presto: questa storia della “stella” per il decimo trofeo, comincia a diventare davvero stucchevole…
Inquietante più che umiliante Figo! Sulla Rai c’è anche Netflix. No? Non è Black Mirror quello che stiamo guardando? Pensa: è la Roma. In tanti, specie nei salotti buoni delle Tv, si sono rovinati lingua e denti a forza di ripetere la parola “umiliazione”. Noi amplieremmo il concetto: questa squadra è inquietante. Per come ripete, ciclicamente, i propri sbagli. Per come cambiando qualsiasi cosa, dai giocatori ai dirigenti, vede le stagioni scivolare via sempre alla stessa maniera. Per come si spegne improvvisamente, compromettendo quanto di buono fatto fino a quel momento. E’ successo col Chievo, col Cagliari, anche col Torino e alla fine con l’Atalanta. Senza dimenticare le sconfitte contro Spal (in casa) e Bologna! Ogni volta pensiamo che peggio di così non si possa fare. Ma dal cilindro il coniglio continua ad uscire.
Nel momento in cui pubblichiamo l’articolo, le notizie che arrivano da Trigoria sono sconfortanti. Tralasciamo il mercato. Quello invernale viene anche chiamato di “riparazione”. E infatti la Roma non lo fa: in fondo cosa c’è da sistemare? Le indiscrezioni, invece, parlano di nessun provvedimento. Non ci sarà ritiro, non ci saranno le dimissioni di Di Francesco, né un esonero. Per il 7-1 di Firenze non pagherà nessuno. Se non i tifosi della Roma. Che forse hanno cominciato a pagare nel momento in cui hanno scelto di tifare per questa squadra.
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