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CHAMPIONS
12 Febbraio 2019
Zaniolo sotto la Sud ©EMANUELE GAMBINO
Vi ricordate quando Nicolò Zaniolo esordì al Bernabeu tra lo stupore e le critiche a Di Francesco? Una prestazione abbastanza impalpabile con tutte le giustificazioni del caso. Sembrano passati anni, ma era solo il 19 settembre scorso. Lui ha deciso di accorciare i tempi: siamo a febbraio e già si è preso la Roma. Adesso anche in Europa. A 19 anni. Una cosetta insomma. I giallorossi riprendono dall'armadio lo smoking, quello delle serate di gala, indossato già la scorsa stagione, quello dell'Europa che conta. Una veste ancora però non stirata completamente, ancora un po' scomoda, perché per la perfezione c'è ancora tanto da fare. Un passo però è stato fatto e da non sottovalutare: 2-1. Si vince. Dopo un primo tempo pensato più a non prenderle, che a darle (da entrambe le parti), ci ha provato all'improvviso un Dzeko da applausi (quello che vorremo vedere sempre anche in campionato) a suonare la sveglia: lancio splendido di Fazio, palla messa giù, finta a rientrare e bolide che però centra il palo. Il primo tempo finisce così, con un stand-by mentale del tifoso, deluso giusto dalla poca reattività di Pellegrini e Cristante. È proprio l'ex Atalanta a riaccendere l'Olimpico al 5' della ripresa: splendida piroetta in area e sventola col sinistro sul quale però Casillas si fa trovare attento. La Roma corre, prende coraggio e allora arriva lui, arriva Zaniolo, che stasera ha fatto l'ala destra. Che stasera avrebbe potuto fare anche il portiere. Che sfata i miti dei giovani, quindi inesperti. Perché se sei forte, sei forte pure a 19 anni. Perché se sei forte, segni in un ottavo di Champions come in amichevole. E allora eccolo lì: che guarda El Shaarawy avanzare sulla sinistra, che guarda Dzeko addomesticare il pallone spalle alla porta, che guarda un sogno realizzarsi. Sfera che corre verso la destra e rasoiata di rara precisione. 1-0: la Curva esplode e Nicolò con lei. L'effetto eccitante del vantaggio regala alla Roma un lucido entusiasmo, una botta di autostima che sembra rendere tutto più facile. Non sbaglia più nessuno, anzi sì: al 76' sbaglia Dzeko perché dopo un grande assolo prende un palo incredibile, il secondo, stavolta però il Dio del calcio soffia sulla respinta e la mette dove osa ancora Nicolò. “Quanta grazia” avrà pensato. Porta sguarnita, piatto aperto, 2-0. Zaniolo si prende anche l'Europa. È lui il più giovane italiano di sempre a realizzare una doppietta in Champions. Poi però il Dio del calcio se ne va o forse cambia posizione sul divano perché poco scaramantico: fatto sta che un tiro in porta svirgolato diventa l'assist più bello di sempre, Adrian è lì, al limite dell'area piccola e il Porto gela l'Olimpico. L'effetto è di quelli imbarazzanti, come se andasse via la corrente in discoteca. La Roma, sì, ci rimane male. Torna piccola, impaurita, stanca, come Nicolò, che non riesce più neanche a tornare per aiutare Florenzi. Entra Santon e dà una mano là dietro. In fin dei conti il team di Di Francesco poi rischia poco, ma al triplice fischio il 2-1 soddisfa non completamente. Adesso in Portogallo servirà tanta grinta e nella valigia ancora lo smoking dell'Europa. Intanto però si può festeggiare. Come canta la Curva, “Barbera e Champagne”, anzi: giusto due bicchierini di Porto per rimanere lucidi in vista del ritorno. Stasera offre Zaniolo.
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