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coppa italia
25 Febbraio 2019
Simone Inzaghi
L'arrivo di Simone Inzaghi sulla panchina della Lazio è stato accolto tra accuse di aziendalismo e la classica massima del tifoso scontento legata alla mancanza del progetto (leggasi approssimazione). Bielsa che sfuma (e meno male...) ed un giovane allenatore fin lì mai provato sul grande palcoscenico a guidare una squadra in costruzione con tanti interrogativi. Passa il tempo, l'ex bomber guadagna fiducia, stima, punti e porta a casa anche una Supercoppa. Cosa non da poco all'interno del GRA visto l'ultimo decennio sulle due sponde del Tevere. E se la mancata qualificazione in Champions per via del gol di Vecino è stata scontata al tecnico piacentino, ora la folla vuole il suo nuovo colpevole. Forse non con formula maggioritaria, ma sicuramente con malcontento crescente. Simone Inzaghi è sulla graticola, quantomeno per una parte dei sostenitori. Le ultime prestazioni dei biancocelesti non hanno affatto convinto, le assenze equivalgono ad alibi e non a parziale scusante del lavoro, buono o meno, svolto da un tecnico che si è trovato comunque a fare grandi cose con budget estremamente più al ribasso rispetto alle contendenti. Adesso però deve dimostrare di nuovo di poter essere un valore aggiunto e lo può fare quasi soltanto sconfessandosi. L'integralismo non è mai una mossa azzeccata, e questo in tutti i campi del vivere civile. La via di mezzo, il compromesso (ovviamente pulito) devono entrare dentro il quotidiano per modificarlo in meglio. In questo Inzaghi sembra non riuscire. Il tecnico si sta avvitando su stesso ed un 3-5-2 esasperato, poco spettacolare ed in buona parte non redditizio. La Lazio va a sprazzi, in pochissimi casi non ha portato a casa quanto meritava e la classifica attuale è quel che la Lazio ha dimostrato di poter valere. La corsa al quarto posto appare complicata, con un derby alle porte e due scontri diretti da giocare fuori casa (a Milano). Allora la Coppa Italia deve diventare il primo obiettivo della Lazio. Un altro trofeo ed un posto sicuro in Europa, con la possibilità di giocare poi un'altra Supercoppa. Per farlo la Lazio deve eliminare un Milan in forma come non mai in questa stagione. La Lazio è fragile, le assenze non aiutano, ed allora occore fare un passo indietro. Lasciare a casa integralismo e convinzioni ed impostare la squadra con un altro modulo tattico, che dia più qualità e più sicurezza. La testimonianza più recente è quella ventina di minuti a Siviglia, quando con la difesa a quattro la Lazio ha schiacciato gli spagnoli. Patric, Marusic, Romulo, Durmisi e chi più ne ha più ne metta sono tutti uomini che da terzini (passateci il termine) rendono molto di più. In particolare lo spagnolo messo come difensore in un terzetto ha enormi difficoltà. E di queste ne soffrirebbe tutta la Lazio. Difficoltà che il Milan non vede l'ora di sfruttare. E allora mister, perché non giochiamo a quattro dietro?
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