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l'intervista
31 Maggio 2019
Nato nel 1982, Cristian Ledesma nel 1997 viene ingaggiato dal Boca Juniors a soli 15 anni dove resta quattro stagioni, senza mai esordire in prima squadra. Proprio nel 2001, in un torneo svizzero, viene notato dall'allora direttore sportivo del Lecce, Pantaleo Corvino, che decide di portarlo al Lecce. Viene aggregato ?n da subito alla squadra Primavera con la quale vince una Coppa Italia Primavera nel 2002. Esordisce, in Serie A, con la prima squadra il 10 marzo 2002 nella gara persa per 2-1 contro l'Atalanta, disputando l'intero incontro. Il Lecce retrocede, ma la stagione successiva Ledesma è uno dei protagonisti della cavalcata che lo riporta in A. Anche nella massima serie è titolare inamovibile e resta in giallorosso ?no al 2006, quando a Luglio è acquistato dalla Lazio. In biancoceleste resta nove stagioni, collezionando 318 presenze con 18 gol segnati. Il più importante nel derby del 2006 quando sblocca la stracittadina con un grande gol dalla distanza. Il match si chiuderà 3-0. Santos, Panatinaikos, Ternana, Lugano e la scorsa stagione Pro Piacenza sono le sue ultime piazze. Ora è pronto per una carriera da allenatore nei campionati giovanili.
Cristian, parlaci del tuo futuro: vorresti giocare ancora? "Negli ultimi mesi mi sono convinto e mi sono abituato a stare a casa con la mia famiglia, adesso vorrei lavorare nel calcio giovanile aiutando i bambini ed i ragazzi a crescere".
Sei pronto quindi per allenare? "Attualmente l’idea è quella, è ovvio che bisogna trovare una situazione seria e non è facile. Voglio che una società creda nelle mia capacità e non che si af?di a me soltanto per il nome che porto. Ripeto, sono proiettato sulle scuole calcio e sui settori giovanili".
Spesso allenando i giovanissimi, bisogna anche assumere il ruolo di ‘genitore’. Tu che insegnamento daresti loro, oltre alle questioni tattiche? "Più che essere un allenatore in questi casi bisogna fare l’istruttore. Quindi insegnare come si sta in un gruppo di 15-20 persone, non solamente la parte tecnico-tattica. Bisogna fare in modo che un ragazzino, il giorno in cui uscirà da quel circolo sportivo, possa diventare un bravissimo calciatore ma soprattutto un uomo con dei valori. Questa è la cosa fondamentale e vorrei provare a trasmetterla"
Tu sei stato scoperto da Corvino agli inizi degli anni duemila. Rispetto ad allora è più facile per un calciatore arrivare in Serie A? "Io credo che se sei bravo, prima o poi arrivi. Quindi l’importante è avere dei valori e soprattutto la testa perché a certi livelli è veramente fondamentale"
La Lazio ha da poco vinto la Coppa Italia. Questo trofeo salva una stagione visto il cammino deludente in campionato? "Secondo me è una stagione positiva perché è un trofeo importantissimo. Se andiamo a vedere, quest’anno a vincere sono state la Juventus e la Lazio. Questa cosa è da avvalorare".
Coppa Italia che tu hai alzato in cielo nel 2009 (ed anche nel 2013 nel famoso 26 maggio) "Chi non la vince tende a snobbarla, ma in verità è un trofeo molto ambito da tutti. La Lazio quest’anno ha vinto meritatamente, sia nella ?nale contro l’Atalanta sia per quello che ha mostrato in semi?nale contro il Milan".Tu sei stato per anni un perno del centrocampo biancoceleste. Ora c’è Lucas Leiva: se ne parla poco, ma è sempre tra i migliori. Che ne pensi? "Per me non è una scoperta perché l’ho seguito negli anni passati quando si è imposto in una società come il Liverpool. Si è tolto soddisfazioni anche nella Nazionale brasiliana e consideriamo che davanti a lui c’erano giocatori molto bravi. E’ davvero fortissimo"
Può giocare con Badelj? "Ero molto incuriosito da questa coppia. Ho sempre sperato che Simone Inzaghi li facesse giocare insieme perché avrebbero potuto dare sia gioco alla squadra impostando l’azione da dietro sia essere utili in fase di copertura. Secondo me possono coesistere senza problemi".
La squadra che ti ha lanciato in Italia è stata il Lecce, che è appena tornato in Serie A. Ti aspettavi il club salentino nel massimo campionato? "Non me lo aspettavo, anche se ho iniziato a vedere diverse partite e ho notato che giocava benissimo. Sono molto contento, ho ancora tanti amici lì. E’ una promozione meritata per quello che hanno fatto squadra, allenatore e società che ha avuto il coraggio di mandare via giocatori che, l’anno prima, avevano contribuito per la trionfale cavalcata nel campio-nato di Serie C".
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