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l'intervista

Il bilancio di Giorgio Tomei: "Orgoglioso dell'Albalonga"

Il ds castellano domani compirà 40 anni: "A fine stagione decideremo il mio futuro con il presidente. Il ricordo più bello legato al calcio? Le partite con mio padre..."

18 Aprile 2016

Da sinistra: Umberto Camerini, Bruno Camerini, Cristiano Gagliarducci e Giorgio Tomei

Da sinistra: Umberto Camerini, Bruno Camerini, Cristiano Gagliarducci e Giorgio Tomei

Che sia uno dei migliori direttori sportivi in circolazione lo dicono i risultati: un campionato di Eccellenza vinto con il Santa Maria delle Mole dei miracoli, con Diego Leone in panchina, un secondo posto con l'Albalonga dietro alla Lupa Castelli Romani dei record, passando per il double Coppa – campionato ottenuto nella scorsa stagione nel club castellano, con Cristiano Gagliarducci. Quest'anno, al ritorno in Serie D dopo sette anni, ben 53 punti in cascina a tre giornate dalla fine, con i play off alla portata. Risultato raggiunto con un budget ridotto rispetto a società più blasonate che si ritrovano alle spalle. Parliamo, ovviamente, di Giorgio Tomei, che domani festeggerà i suoi 40 anni. Un dirigente che ha saputo lasciare il segno e fare la differenza come pochi. Con lui abbiamo stilato un bilancio di questa stagione, cercando di capire i suoi programmi futuri.Da sinistra: Umberto Camerini, Bruno Camerini, Cristiano Gagliarducci e Giorgio Tomei


Una stagione da applausi, con l'Albalonga che potrebbe anche arrivare ai play off.

“Sicuramente tornare in Serie D dopo sette anni e lottare per i play off è motivo di orgoglio, significa che tutte le componenti, società, allenatore e giocatori hanno lavorato bene. Ci dispiace un po' per le cinque sconfitte di fila arrivate tra Novembre e Dicembre che ci hanno un po' demoralizzato, ma il bilancio resterà comunque molto positivo, che arrivino i play off o meno”.


E' stata allestita una rosa di ottimo livello senza spese folli. Qual è il tuo acquisto migliore?

“Sono rimasto soddisfatto da tanti giocatori, che hanno fatto la differenza in determinate fasi del campionato: Cruz, Pintori, Panini, Marinaro. Ma se devo fare un nome, dico un acquisto di tre stagioni fa, Francesco Micaloni, un classe 1996 che ha sempre giocato titolare”.


Con Cristiano Gagliarducci avete formato un duo vincente.

“Con il mister ho un rapporto splendido anche fuori dal campo, nonostante due caratteri molto diversi. E' un allenatore di grande talento, se riesce a limare qualche difetto può fare benissimo e arrivare tra i professionisti”.


L'altra componente fondamentale è il presidente Bruno Camerini.

“Con lui c'è grande unione d'intenti, è una persona seria che sa fare calcio”.


Resterai all'Albalonga?

“Mi incontrerò con il presidente e decideremo, se i programmi coincideranno non ci saranno problemi, altrimenti ognuno per la propria strada. Albano, comunque, la porto nel cuore”.L'Albalonga con la Coppa nella scorsa stagione


Qual è il ricordo più bello che hai del calcio?

“E' facile ricollegare i momenti più belli a un successo sportivo, ma io sono molto legato alla famiglia. Se penso a questo sport il primo pensiero va a mio papà, che mi portava a vedere le partite già quando avevo quattro anni... Se è nato l'amore per il calcio lo devo a lui”.


Ci sono sempre più problemi nel calcio dilettantistico, cosa cambieresti?

“La verità è che non ci sono più i presidenti di una volta, quando si faceva calcio con passione e serietà, si contano sul palmo di una mano. Si cerca in maniera ossessiva il risultato e questo è sbagliato. In più la crisi ha contribuito al fatto che ci sia meno meritocrazia, è una cosa antipatica ma va accettata...”.


C'è una piazza dove vorresti lavorare?

“Per me è più importante collaborare con le persone giuste: se c'è una dirigenza di livello, i risultati arrivano tanto ad Albano, quanto a Viterbo o Gallipoli...”.


Il sogno di Giorgio Tomei per il prossimo futuro?

“Spero di continuare a far parte di questo mondo e crescere ancora. Non ho fatto programmi, l'importante è mantenere inalterata la passione. Credo che lavorando da professionisti tra i dilettanti si possano realizzare i propri sogni e arrivare più in alto possibile, ma non ho questa ossessione. Penso che nella vita ognuno raccolga ciò che merita...”.

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