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L'intervista
10 Maggio 2017
Roberto "El Pampa" Sosa (foto ©Facebook)
Ha fatto tanti chilometri inseguendo un pallone e gonfiando la rete. Dall'Argentina ad Udine, fino a Napoli dove ha lasciato un pezzo di cuore. Poi, il ritorno in patria col Gimnasia La Plata ed un nuovo richiamo dell'Italia per chiudere la carriera. Un trascorso come opinionista Sky e poi la panchina, la sua grande passione con la quale vuole crescere ed affermarsi. Roberto Carlos Sosa, per gli appasionati El Pampa, è pronto per affrontare la sua ultima sfida insieme alla Vultur: domenica i bianconeri si giocheranno la permanenza in Interregionale contro il Madre Pietra Daunia, al termine di una stagione sofferta e con un pizzico di sfortuna di troppo. Un match che sembra però essere per il tecnico argentino l'ennesimo trampolino di lancio, per poter portare il suo calcio ad un livello sempre più alto. Italia, Argentina e, perché no, la Cina. Si definisce cittadino del mondo ed il suo unico obiettivo è essere ancora in campo, o meglio, al bordo.
In D ha già allenato (a Sorrento) poi il Savoia ed ora la Vultur. E' subentrato a mister D'Urso dopo due gare, due pareggi, segno distintivo del campionato bianconero fatto di 14 X 8 vittorie e 12 sconfitte. "Se conta la sfortuna nel calcio - esordisce - posso dire che un po' ne abbiamo avuta in quei 14 pareggi. In alcuni casi, come col Gravina, abbiamo chiuso sullo 0-0 e fallito un rigore al 94'. Col Nardò (che si giocherà i play off) abbiamo fatto per due volte 0-0, mentre con la Nocerina siamo stati ripresi nel recupero sul 2-2. Se vogliamo chiamiamola sfortuna, ma non è stato soltanto questo. E' stata una stagione difficile, per via delle tanti vicissitudini societarie ed ora ci troveremo ad affrontare quest'ultimo ostacolo".
"Questo è un campionato che ti forma. Sei hai allenato qui puoi allenare ovunque, perché le difficoltà sono sempre dietro l'angolo. I giocatori a volte arrivano pochi minuti prima dell'allenamento perché magari sono distanti e vengono con il treno. Devi ascoltare i loro problemi familiari e personali, perché sono semi-professionisti. In Serie A o B non penso ci siano tutti questi problemi ed allora se sei bravo nell'affrontare queste difficoltà poi puoi superare qualsiasi cosa. Come categoria posso dire che è difficile dal lato ambientale, perché si possono incontrare anche tifoserie molto calde. E' un campionato in cui un calciatore può crescere, ma se poi non crede in se stesso difficilmente può aspirare a salire in Lega Pro o in B. E' comunque un buon allenamento anche per chi è in panchina".
La sua carriera da allenatore è appena iniziata, ma El Pampa ha le idee chiarissime. "Io voglio allenare, voglio sentire sempre l'erba sotto i piedi. Sono disposto a tutto. Italia, Argentina, anche in Cina volendo. Sono un cittadino del mondo e quello che intendo fare per parecchi anni è allenare. Anche in Lega Pro, per fare un altro passo in avanti. Non mi spaventa nulla e sono pronto a qualsiasi sfida. Ho avuto modo da giocatore di potermi avvicinare a tanti allenatori che mi hanno lasciato molto. Penso a Spalletti ad esempio, che è uno dei tecnici che mi ha impresso qualcosa in più, ma ho apprezzato molto anche il lavoro di Guidolin, Ventura e Rafa Benitez. Ho capito che nel calcio non contano i moduli (anche se ne predilige il 4-2-3-1) ma conta tantissimo l'empatia e la comunicazione con i giocatori. E questo l'ho imparato lavorando in Serie D. Senza la comunicazione non puoi andare avanti. Ogni giocatore deve capire perché fai quella scelta o perché gli chiedi quel movimento. Se non c'è questo non puoi ottenere nulla" Al di fuori delle sue esperienze personali apprezza il lavoro di Di Francesco al Sassuolo che "propone un 4-3-3 che poi diventa un 4-5-1 in fase di copertura. E' un bel modo di giocare Mi piace perché c'è un grande apporto dei centrocampisti in fase offensiva e c'è sempre molta intensità. Un po' come nella mia Vultur: tutti i centrocampisti sono riusciti ad andare a segno".
Per 3 anni ha prestato la sua voce al calcio in tv. Anche dietro un monitor ha avuto modo di crescere ed imparare. "Nel periodo in cui sono stato a Sky ho imparato tante cose. Mi piaceva andare a sentire le conferenze stampa degli allenatori e poi ho avuto la possibilità di guardare tantissime partite. Da ognuno puoi imparare qualcosa, ma non devi copiare. Devi vedere quello che succede e poi cercare di farlo tuo. Solo così ti costruisci una strada".
Un legame che sicuramente non si è interrotto. A più riprese lo abbiamo sentito ricordare i suoi anni in azzurro e non potevamo non chiudere con una domanda su Sarri e sulla rincorsa Champions della sua squadra "Sarri gioca un calcio spettacolare, il più bello d'Italia. Le sue idee mi piacciono molto e le seguo con interesse. Per quello che riguarda il loro campionato non so come finirà, ma credo che il Napoli con qualche innesto in più possa lottare sia per lo scudetto che per qualche titolo europeo." Palcoscenici che anche El Pampa non vede l'ora di calcare, da bordo campo s'intende. Un passo alla volta, senza correre, portando le sue idee di calcio.
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