L'INTERVISTA

Carlo Musa: "La stagione della Lupa Roma e i miei esempi"

Parla il direttore sportivo della società capitolina che, dopo aver raggiunto l'8° posto in classifica a fine campionato, traccia un bilancio in casa Lupa Roma

Una stagione positiva chiusa con l'8° posto finale in classifica che sicuramente rende merito all'ottimo lavoro svolto anche dal direttore sportivo della Lupa Roma Carlo Musa: "Al termine di questi 5 mesi posso dire che il giudizio è molto positivo - spiega il ds - Abbiamo incontrato tante difficoltà e la squadra guidata egregiamente da Angelo Quinzi e dal suo staff è riuscita ad ottenere un risultato importantissimo per la società. Nei momenti duri che abbiamo attraversato siamo stati in grado di reagire e di raggiungere un risultato che a dicembre ai tanti sembrava insperato. Ringrazio la società per l’opportunità datami e la vicinanza dimostrata". Dal campionato appena terminato ad un giudizio sui calciatori avuti a disposizione: "Non mi piace parlare dei singoli, ogni ragazzo ha apportato valore alla causa dai più esperti ai giovani sui quali abbiamo puntato in maniera massiccia come dimostra l’ultimo aggiornamento della Lega sulla graduatoria dei Giovani di Valore. Una menzione speciale la merita Simone Piva, è stato un esempio di professionalità e serietà per tutti". Dal commento su Piva ad un dato particolare che ha visto la Lupa Roma conquistare contro la vincitrice del girone G di Serie D (il Rieti) ben 4 punti su 6 disponibili tra andata e ritorno: "Si, siamo stati la bestia nera del Rieti, una piccola soddisfazione per una squadra con un età media bassa come la nostra. Abbiamo alternato ottime prestazioni a qualcuna sottotono, purtroppo penso che in trasferta abbiamo sofferto in termini di approccio ed esperienza in determinate situazioni". Dal presente al futuro prendendo esempio da alcuni direttori che già sono nel calcio professionistico: "Seguo molto lo stile dei Direttori Sportivi professionisti, cerco di apprendere un po’ da tutti. Mi piace il modo di agire di Paratici della Juventus che è molto vicino al tecnico e alla squadra. Il ruolo del ds non è legato solo al mercato, ma anzi bisogna seguire la vita quotidiana della società per gestirla al meglio verso il raggiungimento degli obiettivi non solo sportivi. Seguo anche Goretti del Perugia e De Vito dell’Avellino che hanno dimostrato di operare bene sul mercato con delle operazioni veramente importanti. Penso che nel ramo dirigenziale stia prendendo piede una nuova classe dirigente, con delle idee e una cultura nuova, mi auguro che sia da viatico per un futuro migliore per il calcio italiano sia dilettantistico che professionistico".



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